Marie Tharp fu una geologa ed oceanografa statunitense che diede un contributo fondamentale alle proprie discipline, creando alcune mappe che cambiarono per sempre il modo che tutti noi abbiamo di concepire gli oceani.
A partire dal 1957, Marie Tharp iniziò a pubblicare, insieme al collega Bruce Heezen, le prime mappe in grado di svelare le conformazioni dei fondali oceanici, evidenziandone le valli, le fosse e i rilievi. Fino agli anni '50 del secolo scorso, infatti, moltissimi scienziati ritenevano che i fondali oceanici fossero semplicemente privi di caratteristiche degne di nota. Il lavoro della Tharp mostrò che non era così, e permise di acquisire l'odierna consapevolezza circa l'importanza cruciale di queste caratteristiche (i fondali degli oceani, infatti, sono implicati in terremoti e tsunami, ma contengono anche ecosistemi ricchissimi e aiutano a regolare il clima della Terra).
Le immagini elaborate da Marie Tharp permisero di sviluppare la teoria della tettonica delle placche: si tratta dell'idea che le placche, ampie sezioni della crosta terrestre, interagiscono per generare l'attività sismica e vulcanica del pianeta. Già ricercatori precedenti, come Alfred Wegener, avevano ipotizzato che i continenti fossero un tempo connessi l'uno all'altro dopo aver notato che la notevole corrispondenza tra le coste di Africa e Sudamerica.
Nata nel Michigan, Tharp aveva studiato musica e lingua inglese, ma nel 1943 entrò in un programma specialistico dell'Università del Michigan, che aveva l'obiettivo di insegnare alle donne la geologia del petrolio durante la Seconda Guerra Mondiale. Era un momento in cui gli uomini al fronte lasciavano molti posti di lavoro vacanti.
Dopo aver lavorato per una compagnia petrolifera in Oklahoma, Tharp iniziò a cercare un lavoro da geologa alla Columbia University. Le donne non potevano partecipare alle spedizioni di ricerca, e Tharp dovette accontentarsi di "assistere" gli studenti maschi, disegnando in ufficio ciò che veniva da loro osservato mentre erano fuori.
Marie Tharp iniziò così a lavorare con Bruce Heezen, ai tempi uno studente che le fornì i profili dei fondali oceanici da disegnare. I dati erano forniti sotto forma di lunghi rotoli di carta che riportavano la profondità di un fondale registrata lungo un percorso lineare. Le misurazioni potevano ottenute da ogni imbarcazione utilizzando il sonar.
La ricercatrice univa i dati rilevati in ogni luogo per creare rappresentazioni sintetiche e bidimensionali della profondità dei fondali. La accurata mappatura di sei diversi profili dell'Atlantico rivelò qualcosa che nessuno aveva mai notato: un crepaccio nel centro dell'oceano, ampio diversi chilometri e profondo centinaia di metri. Tharp suggerì che si trattasse di una rift valley, una tipologia di depressione che finora era stata osservata solo sulla terraferma.
Un altro ricercatore, in quel periodo, stava tracciando gli epicentri dei terremoti usando una mappa della stessa dimensione e scala. Comparandola con quella di Tharp, quest'ultima ed Heezen realizzarono che gli epicentri cadevano proprio sulla rift valley. La scoperta fu di importanza critica per lo sviluppo della teoria della tettonica delle placche, perché suggerì che è il movimento avviene proprio a livello della rift valley, e che i continenti si stanno di fatto allontanando l'uno dall'altro.
Nacque così una nuova e rivoluzionaria prospettiva, che alcuni faticarono inizialmente ad accettare. Dopo la morte di Heezen, avvenuta nel 1977, lui e Marie Tharp ricevettero la Medaglia Hubbard, il più grande onore conferito dalla National Geographic Society.