La dieta dei ninja massimizzava forza d'animo, furtività ed eliminazione di ogni odore corporeo
Quando si parla di ninja, purtroppo bisogna tenere in conto che si tratta di un argomento un po' scivoloso. Questi assassini misteriosi, che agivano nell'ombra, venivano anche chiamati shinobi.
La dieta dei ninja massimizzava forza d'animo, furtività ed eliminazione di ogni odore corporeo
Quando si parla di ninja, purtroppo bisogna tenere in conto che si tratta di un argomento un po' scivoloso. Questi assassini misteriosi, che agivano nell'ombra, venivano anche chiamati shinobi.
Quando si parla di ninja, purtroppo bisogna tenere in conto che si tratta di un argomento un po' scivoloso. Questi assassini misteriosi, che agivano nell'ombra, venivano anche chiamati shinobi. Le loro esistenze erano così imperscrutabili che, inevitabilmente, la linea di confine tra storia e finzione è difficile da tracciare.
Ci sono però alcuni punti che mettono d'accordo gli esperti, e che possiamo quasi certamente considerare fatti: i ninja vissero tra le montagne della prefettura Mie, in Giappone, in un periodo compreso tra il 1487 e il 1603. Fu un secolo pieno di scontri militari, e questi scaltri guerrieri venivano assunti come assassini, essendo in grado di utilizzare tecniche segrete ed altamente specializzate.

La Provincia Iga, dove si dice sia nata la tradizione ninja. Un posto perfetto per stare in appostamento
La Provincia Iga, dove si dice sia nata la tradizione ninja. Un posto perfetto per stare in appostamento // PD


Anche se siamo a conoscenza di tutti questi dettagli, lo storico Stephen Turnbull scrive che l'esistenza dei ninja richiede ancora oggi ulteriori prove per poter essere confermata. Ritiene tuttavia che non possano essere una totale invenzione: "tutte le tradizioni inventate hanno dei fatti alla base, a prescindere da quanto tenui possano essere i collegamenti tra storia e leggenda".
Qualche decennio dopo il periodo che vide presunta esistenza dei ninja, gli storici e i cantastorie iniziarono a raccontare di questi guerrieri, specificando non solo chi erano e cosa facevano, ma addirittura cosa mangiavano.
Le tecniche ninja si fondavano sulla furtività come vantaggio fondamentale nei confronti dei nemici, ma anche come presupposto per riuscire a portare a termine missioni di spionaggio. Per questo, una delle prime regole era evitare cibi odorosi, che potevano lasciare tracce olfattive sui guerrieri e nel loro alito. Inoltre, la dieta era ristretta, con l'obiettivo di preservare un peso leggero e un tono muscolare solido.

Un dipinto su blocco di legno del XIX secolo che mostra una rappresentazione di un ninja simile a come li concepiamo oggi
Un dipinto su blocco di legno del XIX secolo che mostra una rappresentazione di un ninja simile a come li concepiamo oggi // PD


La figura del ninja contemporaneo, in ogni caso, è probabilmente lontana dal ninja reale. Oggi ci immaginiamo i ninja come individui mitici, avvolti da abiti scuri, che scivolavano tra le ombre prima di distruggere il nemico con un solo, letale colpo. I primi racconti, tuttavia, suggeriscono che i ninja abitassero in realtà in realtà rurali, e magari lavoravano anche come contadini per parte del loro tempo. In generale, comunque, provenivano da classi sociali poco agiate. I loro metodi segreti e subdoli, scrive Turnbull, erano opposti agli ideali nobili dei samurai.
Si racconta, in ogni caso, di ninja come guerrieri capaci di stare in appostamento per giorni, di infiltrarsi nei territori nemici, per agire come spie o assassini.
Un ricercatore studioso di storia dei ninja dell'Università Mie, Makato Hisamatsu, suggerisce che, se i ninja mangiavano come contadini, facevano due pasti al giorno, nutrendosi di miglio, crusca di riso, miso e verdure e piante selvatiche. "Si pensa che mangiassero anche grilli, serpenti e rane: era una dieta più bilanciata di quella odierna".
Le fonti del XVII e del XVIII secolo, tuttavia, insistono sulle differenze tra la dieta dei ninja e quella degli altri contadini. Innanzitutto evitavano cibi dall'odore pungente, per paura di essere individuati dal nemico. Evitavano anche di consumare carne rossa, per avere un odore meno intenso. Il fatto che una dieta vegetariana abbia questo tipo di impatto sull'odore corporeo è stato tra l'altro dimostrato da una ricerca del 2006.
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Come già accennato, i ninja dovevano anche stare attenti alla linea per rimanere agili. C'era una regola ferrea: i guerrieri non dovevano pesare più di 60 kg, quello che allora era il peso di un sacco di riso. Questo implicava un regime nutrizionale semplice e rigoroso, che permetteva di raggiungere la massima furtività, ma soprattutto rendeva più semplice appendersi ai soffitti e scalare le pareti.
Secondo il famoso Bansenshukai, una delle fonti più estese relative ai ninja, risalente al 1676, i guerrieri preparavano delle "pillole contro la fame" per potersi sostenere nei lunghi e segreti viaggi.
Una delle ricette creava della "polpettine" chiamate Hyourougan, e combinava patate giapponesi, cannella, riso e semi di loto.
Un'altra ricetta combinava polvere di corteccia di pino, ginseng e riso bianco, da cuocere al vapore. Secondo il Bansenshukai, diverse persone potevano sostentarsi con questi bocconi per tre giorni, senza mangiare altro. Oggi è stato calcolato che ogni "pillola" aveva circa 300 calorie. Non era certo un pasto sostanzioso, ma costituiva una decente fonte di nutrimento.
Il museo dei Ninja di Iga-ryu descrive anche una "palla dissetante", che aiutava i guerrieri a non soffrire la sete. Erano fatte con polpa di umeboshi, funghi Ergot, e zucchero cristallizzato, ma anche liquirizia, menta giapponese, prugne essiccate. Chiamate Suikatsugan, erano in generale composte di cibi ricchi di elettroliti, e potevano aiutare a sostenere chiunque dovesse affrontare lunghi viaggi a piedi.

Un dettaglio di un dipinto su legno della provincia Iga, dove vivevano i ninja
Un dettaglio di un dipinto su legno della provincia Iga, dove vivevano i ninja // PD


I testi dello scrittore Chikamatsu Shigenori, risalenti al XVIII secolo, descrivono anche un ulteriore uso del cibo nella cultura ninja: come mezzo per mandare messaggi segreti. Per comunicare una data, ad esempio, i ninja mandavano dei pezzi di pesce, e il numero e la dimensione dei pezzi corrispondevano al mese e al giorno. Pesce essiccato significava intenzione di appiccare un incendio, le torte erano una richiesta di rinforzi, i panini chiedevano di attaccare il nemico da dietro. Le torte di riso erano una richiesta di vettovaglie (anche se probabilmente non venivano spedite se il richiedente non era sicuro di essere soddisfatto).

Ci auguriamo che le ricerche sui ninja proseguano, per delineare meglio il confine tra realtà e leggenda. Si tratta sicuramente di una realtà estremamente affascinante, e i racconti si sono stratificati l'uno sull'altro, nei secoli. La scarsità di documenti storici riguardo l'esistenza dei ninja lascia gli esperti perplessi, ma il tema è reale, se pensate che – come abbiamo scritto poco fa – esistono esperti e perfino dipartimenti dedicati a questo argomento. Soprattutto, il valore culturale dei ninja è fiorito addirittura fin dagli anni '70 del 1600. Già allora questi guerrieri erano immaginati come ombre, più leggeri dell'aria, in grado di infiltrarsi anche nelle zone più sicure, senza lasciare neanche la minima traccia.
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