Una leggenda Maori sui massi di Moeraki raccontava che essi erano i resti di diverse tipologie di merci, come trappole per anguilla, zucche calabash e piante di kumara. Questi merci sarebbero arrivate a riva dopo il naufragio della leggendaria Arai-te-uru, una grossa canona che avrebbe condotto gli antenati dei popoli Ngai Tahu sull'isola neozelandese. Secondo la leggenda, le rocce che si estendono verso il mare da Shag Point sono parti del relitto dell'imbarcazione stessa, mentre il promontorio roccioso nelle vicinanze sarebbe il corpo del capitano dell'Arai-te-uru. I particolari motivi visibili sulle rocce, molto simili a una rete, altro non sarebbero se non le reti da pesca degli antichi naviganti.




I massi di Moeraki sono entrati nell'immaginario comunque e hanno ispirato diversi artisti. Nel 1848 W. B. D. Mantell disegnò la spiaggia, e oggi la sua opera è conservata alla Alexander Turnbull Library di Wellington. I massi vennero anche descritti in numerose pubblicazioni locali del XIX secolo, e più di recente sono diventate una notevole attrazione turistica.
Ciò che più attira i curiosi è il loro aspetto: con la forma sferica e le dimensioni che variano tra poco più di mezzo metro e due metri, offrono uno spettacolo insolito.
Analisi dettagliate hanno determinato che i massi di Moeraki sono composti di fango, limo fine e argilla, e cementati da calcite. La cementazione è debole all'interno e forte all'esterno: il "guscio" roccioso è attraversato da imponenti crepe, specialmente nelle rocce dotate da un nucleo cavo. Ogni masso pesa diverse tonnellate. I massi di Moeraki si sono formate circa 60 milioni di anni fa, durante il primo Paleocene. I massi si sono formati a partire da quello che era fango marino, vicino ai fondali del Paleocene. Lo dimostra in particolare il magnesio e il ferro contenuto nelle rocce, insieme agli isotopi stabili di ossigeno e carbonio. Le crepe sui massi, conosciute come septaria, si sono riempite di calcite, e di piccole quantità di quarzo e dolomite.




