L'espressione serial killer è relativamente recente. Venne coniata dal profiler dell'FBI Robert Ressler, che volle indicare con questa etichetta gli assassini che uccidevano più volte nel tempo, con "pause di raffreddamento" tra un omicidio e l'altro.
Uno dei primi serial killer che venne etichettato come tale, in tempi moderni, fu il killer dell'Esposizione Universale 1893, H. H. Holmes. Solitamente, i serial killer hanno un modus operandi tipico. Tra un delitto e l'altro, è possibile che il serial killer viva una vita apparentemente normale. Ma la sua psiche è fortemente compromessa: di solito i serial killer soffrono di psicopatia (o sociopatia). Mancano di empatia e possono essere dei grandi manipolatori.
Alcuni sostengono che ciò possa derivare da un'infanzia traumatica, che crea nel bimbo modalità relazionali perverse e cognizioni distorte. Bisogna però ricordare che le moderne teorie psicologiche sostengono un approccio biopsicosociale: la personalità viene plasmata da un'interazione dinamica tra geni, psiche e ambiente.
Ecco alcuni esempi dei serial killer più famosi della storia, particolarmente sanguinari, prolifici e diabolici. Attenzione: continuate la lettura soltanto se in questo momento non vi sentite troppo impressionabili.

Erzsébet Báthory sposò un conte ungherese e andò a vivere nella sua tenuta, in piena campagna, alla fine del Cinquecento.
Visse in un contesto estremamente sadico e violento: il marito, soldato, era solito torturare i nemici e giocare con le loro teste mozzate. Ma ben presto chi frequentava Erzsébet si rese conto che ella aveva tendenze sadiche ancora più spiccate. Nel 1604 il marito morì a causa di una malattia, e la vedova si trovò ad amministrare il castello, insieme ai tre figli.
Qualche anno dopo venne arresta, accusata di aver torturato e ucciso un enorme numero (addirittura centinaia) di fanciulle dei paesi vicini. La sua fama da serial killer divenne enorme, e ogni tipo di leggenda si diffuse riguardo alla contessa: che fosse dedita alla magia nera, che fosse un vampiro, che facesse il bagno nel sangue delle giovani vittime, in cerca dell'eterna giovinezza.
Quel che è certo è che Erzsébet praticava ogni tipo di tortura e con ogni tipo di attrezzo. Si dice che perfino mentre era in viaggio, portasse degli aghi e degli attrezzi simili nella carrozza, per non dover mai rinunciare ai suoi impulsi.

Pedro Alonso López, anche conosciuto come "il mostro delle Ande", era uno dei molti figli di una prostituta, una donna estremamente violenta e autoritaria. Dopo che, all'età di 8 anni, Pedro venne scoperto a molestare sua sorella, la madre lo sbatté fuori di casa. Quando egli riuscì a tornare, lei lo abbandonò a 200 km da casa, per essere sicura che non tornasse mai più. Venne dunque raccolto per strada da un anziano signore che, dopo averlo "adottato", lo stuprò varie volte.
L'anno successivo venne adottato da americani benestanti e mandato a scuola, ma venne molestato anche da un insegnante. Qualche anno dopo Pedro iniziò la carriera di ladro di automobili. Venne arrestato all'età di 18 anni e, in prigione, fu violentato da quattro detenuti. Si vendicò di tutti quanti, uccidendoli tagliando loro la gola.
Uscito dal carcere, Pedro era ormai distrutto da tutte le esperienze, le violenze subite e arrecate. Aveva sviluppato una forte avversione per le figure femminili, in cui rivedeva l'infernale madre. Così, dopo essersi spostato in Perù, cominciò la carriera da serial killer di donne. Le rapiva, le stuprava e le strangolava, finché non morivano. Si stima che abbia ucciso tra le 100 e le 300 donne.
In Perù, venne scoperto dai membri della tribù Ayacuchos, che lo seppellirono vivo, preparandosi a giustiziarlo. Ma una missionaria americana intervenne, spiegando che quella morte non sarebbe stata religiosa. Così, l'assassino venne liberato e poté compiere centinaia di altri delitti prima di essere arrestato dalle autorità dello stato.

Nata nel 1868 in un quartiere povero di Barcellona, la Martì cercò fin da giovane di superare la povertà, cominciando a prostituirsi. Diversi anni dopo, Barcellona venne coinvolta da uno scandalo terrificante: alcuni bambini sparirono, e non si seppe nulla di loro finché una donna non vide, per caso, una bambina scomparsa alla finestra di un'abitazione.
Così, si scoprì il giro della Martì, che aveva rapito diversi bambini. Non soltanto ella aveva intrecciato rapporti con alcuni potenti della città, a cui vendeva le prestazioni sessuali dei bambini, ma creava anche delle "pozioni magiche" con le ossa e il sangue dei bimbi... Anche queste ultime venivano acquistata da personaggi facoltosi, visti i "poteri curativi" di queste sostanze.

Gilles de Rais era un ricco signore, capitano dell'esercito francese nel 1400. Combatté insieme a Giovanna d'Arco. Sperperata l'enorme fortuna ricevuta sia dal nonno che dalla moglie, contattò mistici e sacerdoti per riconquistare la ricchezza.
Ma a quanto pare venne condotto su una strada pericolosa: è oggi conosciuto per il suo oscuro coinvolgimento in pratiche occulte durante i quali venivano uccisi dei bambini in modo rituale. Le sue vittime sono probabilmente state tra i 140 e i 600.

Béla Kiss è stato un assassino seriale ungherese: autore accertato di almeno 24 omicidi, non venne mai catturato. Soprannominato il "Mostro di Czinkota", la sua "carriera" da serial killer iniziò nel 1912, quando aveva 35 anni: egli scoprì la moglie a letto con un amico, e uccise entrambi.
Kiss iniziò ad uccidere altre donne attirandole per posta mandando loro proposte di matrimonio, per poi stordirle e strangolarle (lo stesso modo con cui aveva ucciso sua moglie). Suscitò vari sospetti per aver lasciato dei bidoni di metallo nel suo giardino. Ma riuscì ad inventare scuse credibili fino al 1914, quando venne chiamato nell'esercito per la Prima Guerra Mondiale.
Due anni dopo i bidoni vennero aperti: si scoprirono cadaveri in putrefazione di molte donne strangolate. Kiss venne ricercato ma, in qualche modo, era riuscito a dileguarsi dall'esercito (le ricerche furono complicate dal gran numero di omonimi presenti nell'esercito). In seguito, Kiss fu avvistato in America, ma ogni volta riuscì a sparire prima che la polizia lo catturasse. Per quanto non è possibile che oggi sia ancora vivo (avrebbe 140 anni), le condizioni della sua morte sono completamente sconosciute.

Jeffrey Dahmer, conosciuto come Il cannibale di Milwaukee, fu un serial killer cruento e perverso. I suoi problemi psicologici iniziarono in Ohio negli anni 70, quando cominciò a collezionare resti di animali morti nel bosco dietro casa. All'età di 16 anni ebbe le prime fantasie sessuali riguardo a persone morte.
A 19 anni invitò a casa sua (che era al momento vuota) un autostoppista, Steve Hicks. Dopo avergli offerto da bere, ebbe un rapporto sessuale con lui e in seguito lo uccise, smembrandolo e avendo un altro rapporto con il suo cadavere. In seguito, commise molti altri omicidi con lo stesso modus operandi, cercando vittime nei bar gay e collezionando parti smembrate dei cadaveri delle sue vittime.

Marie Delphine LaLaurie, nata nel 1775, era una donna in vista a New Orleans. Questo durò fino al 10 aprile 1834, quando un incendio in casa sua rivelò alle autorità la presenza di diversi schiavi con evidenti segni di tortura.
Mentre la torturatrice fuggiva, si scoprì che ad appiccare l'incendio alla casa era stata un'anziana schiava, che voleva evitare di essere portata nell'atrio: gli schiavi che ci andavano, disse, non tornavano mai più. Laggiù venne scoperta una camera delle torture, con diversi schiavi orrendamente mutilati. La LaLaurie, si pensa, morì a Parigi diversi anni dopo.

Ed Gein è stato un serial killer necrofilo. Le sue tendenze perverse furono probabilmente alimentate e aggravate dalla madre, fanatica religiosa. Ella allevò i figli tenendoli in totale isolamento, convincendoli che tutte le altre donne fossero prostitute.
La madre del serial killer leggeva ai figli la Bibbia ogni pomeriggio, in particolare i passi cruenti dell'Antico Testamento. Durante l'adolescenza, la madre lo scoprì mentre si masturbava, e per punizione lo immerse nell'acqua bollente. Lui e il fratello promisero alla madre di rimanere vergini per sempre, ma qualche anno dopo il fratello manifestò vari dubbi riguardo all'educazione fanatica ed estrema della madre. Egli morì poco dopo in un incendio in una fattoria, ma in circostanze sospette.
Ed, che era rimasto coinvolto nell'incendio anche lui, sostenne che era stato un incidente, ma il fratello venne trovato con un colpo alla testa, anche se si concluse che era morto per asfissia. Dopo la morte della madre Ed intraprese la sua carriera criminale. Rapì e uccise la commessa di una drogheria, che venne trovata appesa per le caviglie e con il corpo quasi diviso in due.
Si sospettò che avesse anche avuto rapporti sessuali con le vittime (il cui numero non è chiaro) e che avesse anche cucinato la carne di alcune di esse, offrendola ai vicini spacciandola per carne di cervo.

Il serial killer Ed Kemper ha una sua rilevanza per la natura conflittuale e tormentata dei suoi omicidi. Alternava una furia omicida, che lo spinse a uccidere sei ragazze autostoppiste e poi la madre insieme alla migliore amica, a momenti di profondo senso di colpa.
Di indole apparantemente amichevole (per la maggior parte del tempo, almeno), ha fatto amicizia con gli stessi agenti di polizia che stavano indagando sui suoi omicidi. Per una bizzarra combinazione, si incontravano in un bar chiamato "Jury Room" (Stanza della Giuria). Lo chiamavano "Big Ed" e non sospettarono mai di lui. Quando, non reggendo più il senso di colpa, iniziò a confessare, loro pensavano che li stesse prendendo in giro.
Prigioniero modello, volle condividere i propri vissuti con il profiler dell'FBI John Dougals, che stava conducendo l'analisi che avrebbe portato al primo tentativo di modellare e comprendere i tratti comuni nella mentalità dei serial killer.