Nato a Milano nel 1544, e cresciuto in quello che oggi è il centro del capoluogo lombardo, Urbano Monti fu un geografo e cartografo la cui straordinaria opera rimase, fino ad epoca recente, quasi sconosciuta. Monti (conosciuto anche come Urbano Monte) era un gentiluomo mite, timorato e dedito allo studio. Benché fosse nato in una famiglia agiata, egli non volle mai occupare cariche pubbliche e preferì impegnarsi nell'amministrazione dei suoi beni e in opere pie.
Sposatosi a 35 anni con la diciottenne Margarita Niguarda, che amò profondamente e da cui ebbe cinque figli, Urbano Monti era considerato un uomo di grande cultura. Aveva una biblioteca ampia e ben fornita, che continuò ad aggiornare in base ai suoi interessi. Dopo aver compiuto 40 anni, la sua passione lo spinse a dedicarsi alla geografia e alla cartografia, e il suo studio culminò con la pubblicazione della sua opera più importante, Trattato universale. Descrittione et sito de tutta la Terra sin qui conosciuta, frutto di uno sforzo titanico per sintetizzare e consolidare tutte le conoscenze geografiche dell'epoca in pochi volumi.

Il suo trattato si poneva un obiettivo ambizioso: quello di creare una mappa che mostrasse la Terra intera in modo il più possibile vicino a quello di una sfera tridimensionale usando una superficie bidimensionale. A tal fine, usò la tecnica della proiezione azimutale, con il Polo Nord al centro e l'Antartide distribuito nell'anello esterno della mappa. La mappa di Monti è un ottimo esempio dell'importanza delle mappe storiche in quanto preziose fonti di informazione: l'uso della proiezione testimonia infatti l'avanzamento delle idee scientifiche del tempo, mentre i disegni e gli ornamenti che arricchiscono la mappa riflettono le concezioni artistiche e decorative, e la descrizione geografica del mondo ci fornisce un quadro chiaro delle conoscenze dell'epoca. Scienza, arte e storia riassunti in modo sublime in un unico documento.
Monti ideò la sua carta geografica suddividendola in 60 parti, lasciando istruzioni dettagliate sulle modalità per metterle insieme in un'unica, gigantesca rappresentazione del mondo, che arriva a un diametro di 3 metri. Si tratta della più ampia mappa del mondo del XVI secolo, ed è davvero sorprendente che sia stata ignorata così a lungo da cartografi e studiosi. Pochi anni fa ha assunto una nuova notorietà dopo che la David Rumsey Map Collection della Stanford University ha riunito digitalmente tutti i pezzi. I diversi volumi del trattato includono anche grafici che mostrano la lunghezza dei giorni in ogni luogo e in diversi periodi dell'anno.


Una volta assemblata, la mappa di Urbano Monti mostra una concezione del mondo estremamente curiosa, che unisce elementi di realtà e di fantasia. Un'ampia serie di creature magiche e leggendarie popolano le terre e gli oceani. Come fonte di informazioni, Monti usò le testimonianze di vari viaggiatori ed è naturale che ci siano diverse idee sbagliate sui luoghi più remoti, come il Sud America e il Giappone. Quest'ultimo è rappresentato grazie a conversazioni avute con varie persone che lo avevano visitato, tenutesi presso la corte milanese. La forma dell'isola non è affatto precisa, ma il livello di dettaglio è impressionante.

La Terra di Urbano Monti è colma di fauna esotica, tra cui coccodrilli, cammelli e leoni. Nei pressi di una costa che viene indicata come "Terra Incognita" (vicino all'Alaska) c'è un lupo accanto al proprio cucciolo. In altri luoghi, però, ci sono animali fantastici come grifoni, unicorni e un gigantesco uccello che stringe un elefante tra gli artigli. I mari sono popolati da tritoni e pattugliati da flotte di navi. Qua e là ci sono re e imperatori, come Filippo II di Spagna, e anche Monti stesso fa la sua comparsa in più di un luogo.
Ai tempi, i cartografi odiavano gli spazi vuoti (il cosiddetto horror vacui), e proprio per questo i luoghi meno conosciuti si rimpivano di elementi scaturiti dalla fantasia dell'autore: foreste, creature magiche e mostri. Un perfetto esempio di come l'arte e la creatività trovavano spazio nella tecnica cartografica.


