Oltre ad essere notevoli dal punto di vista architettonico, queste strutture secolari hanno svolto un ruolo importante non solo perché hanno fornito l'acqua alle comunità per molte generazioni, ma anche perché hanno svolto da luogo di ritrovo, da rifugio, da oasi e, in molti casi, da luogo di culto.
I pozzi a gradini sono nati tra il II e il IV secolo e.v., per garantire le risorse idriche in luoghi in cui il clima arido viene interrotto da monsoni torrenziali per poche settimane all'anno.
La giornalista di Chicago Victoria Lautman ha passato gli ultimi anni a fotografare centinaia di siti in India, per catturarne la bellezza prima che questi luoghi si dissolvano per sempre.
Questi luoghi, infatti, vengono oggi ignorati dal governo e rischiano di "estinguersi".
Come scrive Victoria sul suo sito web, i pozzi a gradini presero inizialmente piede sotto forma di trincee rudimentali, ma prima dell'XI secolo queste strutture si erano già evolute in incredibili opere di ingegneria e arte, incorporando elementi delle architetture indù e islamiche. I pozzi a gradini divennero luoghi di ritrovo grazie alla costruzione di templi sotterranei al loro interno, ma anche perché erano ritiri perfetti e freschi per viaggiatori stanchi e cittadini accaldati. Si dice che sul fondo del pozzo Chand Baori ci fossero 5-6°C in meno rispetto alla superficie. E ciò può diventare attraente in una torrida estate indiana.
Molti pozzi a gradini vennero commissionati da filantropi benestanti e potenti (un quarto di quali erano donne).
Victoria ha pubblicato The Vanishing Stepwells of India, un libro fotografico in cui presenta settantacinque di queste meraviglie sotterranee, affinché il mondo possa conoscere una tipologia di architettura che è stata a lungo sottovalutata.
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Pozzo Batris Kotha
Pozzo a gradini Chand Baori
Pozzo a elica
Mukundpura
Pozzo Neemrana
Gradini Rajon
Rudabai
Ujala Baoli
Van Talab No
