Fin dall'invasione russa in Ucraina, il fotoreporter e documentarista Aleksander Majdański ha iniziato a ritrarre le donne e i bambini che avevano cercato rifugio in Polonia. Mentre i loro mariti, padri, figli e fratelli hanno voluto (o sono dovuti) rimanere in Ucraina a combattere per il loro paese, queste donne sono state strappate dalla loro terra: per molte di loro non c'è più una casa dove tornare, e forse neanche una città.
Sono fuggite portando un piccolo bagaglio, contando di poter tornare a casa prima possibile. In Polonia, come in altri paesi, hanno trovato rifugio in molte case: milioni di polacchi si sono impegnati per farle sentire di nuovo al sicuro.
Majdański ha sentito il profondo bisogno di mostrare cosa stanno passando queste persone. Ha effettuato questi ritratti proprio nelle case, volendosi differenziare da chi invece le ha ritratte mentre erano in procinto di attraversare il confine. Nelle case, queste persone possono riposare dopo il lungo viaggio e sentirsi finalmente al sicuro, nonostante la disperazione. Ecco perché, in alcune foto, si può scorgere l'accenno di un timido sorriso. Sanno di essere in un luogo dove non capiterà loro nulla di male.
Alcune di queste donne hanno raggiunto il confine a piedi, mentre altre sono state portate dai loro mariti, che poi hanno dato loro l'addio per tornare a combattere. La sfida più grande, per Majdański, è stata trovarle e raggiungerle: anche se lui vive a Varsavia, la maggior parte delle foto sono state realizzate fuori, nelle piccole cittadine dove le persone si conoscono meglio e c'è meno anonimità.
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