Armata di un grande ingegno e di nervi d'acciaio, Elizebeth Smith Friedman (1892–1980) decifrò centinaia di messaggi cifrati durante la sua carriera da prima crittoanalista donna d'America. Aiutò ad incastrare i contrabbandieri durante il periodo del Proibizionismo e, soprattutto, smantellò una rete di spie naziste in Sud America negli anni '40.
Prima che i documenti relativi al suo coinvolgimento nella Seconda Guerra Mondiale venissero declassificati nel 2008, tuttavia, molti americani non avevano mai sentito parlar edi lei. Un uomo, l'allora direttore dell'FBI J. Edgar Hoover, si prese ogni merito per i successi di Elizebeth Friedman in tempo di guerra. E lei morì portandosi nella tomba un'intera, segreta, vita: quella in cui era la miglior crittografa del paese.
Elizebeth Friedman era nata in una famiglia quacchera a Huntington, Indiana, nel 1892, e aveva studiato poesie e letteratura prima di trasferirsi a Chicago, dopo la laurea. Grandissima fan di Shakespeare, la Friedman visitò la Newberry Library per poter ammirare un'edizione originale di First Folio, la prima pubblicazione delle opere di Shakespeare risalente al 1623.
Un bibliotecario, impressionato dall'interesse della donna, la mise in contatto con George Fabyan, un milionario eccentrico che stava cercando ricercatori per lavorare su un progetto di decodificazione delle opere di Shakespeare. Elizebeth Friedman si trasferì nella tenuta di Fabyan a Geneva, Illinois, e conobbe il suo futuro marito, William Friedman. Insieme a lui, lavorò per provare a dimostrare una teoria di Fabyan, secondo cui era stato Sir Francis Bacon a scrivere le opere di Shakespeare, inserendo nei testi degli indizi in codice relativi alla sua vera identità.
La coppia concluse che la teoria di Fabyan era errata, ma quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale il milionario offrì al governo l'assistenza dei "suoi" esperti. I Friedman, che nel frattempo si erano sposati, furono messi a capo della prima unità di crittografia degli Stati Uniti. L'unità doveva lavorare sui messaggi radio, intercettando eventuali informazioni crittate.

Elizebeth Friedman, anche se non aveva mai avuto una vera formazione, mostrò di essere un talento naturale nella crittografia, avendo una grande capacità di riconoscere pattern nelle trasmissioni.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Guardia Costiera la assunse per monitorare i contrabbandi di alcol durante il proibizionismo. Lei e la sua impiegata decifrarono 12.000 messaggi, e il loro lavoro portò a 650 processi criminali. Secondo il Time, Eizebeth Friedman testimoniò come esperta in almeno 33 casi. Tra le altre cose, la Friedman incastrò dei trafficanti di droga cinese in Canada, identificò come spia giapponese un esperto di bambole antiche di Manhattan, e aiutò a risolvere una contesa diplomatica con il Canada.
Il fatto che fosse donna non la aiutava di certo. Secondo lo Smithsonian, Elizebeth Friedman guadagnava non più della metà di quanto prendesse suo marito per lo stesso, identico lavoro. Dopo l'attacco a Pearl Harbor nel 1941, la Marina chiamò l'unità della Guardia Costiera della Friedman ma, essenzialmente, la degradò.

Eppure, negli anni '40, ella raggiunse il picco dei suoi successi. Guidò un team che intercettò le conversazioni di spie tedesche mentre discutevano dei movimenti delle navi degli Alleati in Sud America. Il lavoro di Elizebeth Friedman e del suo team era importantissimo: gli Americani temevano che le potenze dell'Asse potessero provare a indurre colpi di stato in diversi paesi del Sud America, per poi essere in grado di controllarli.
Nel 1942, il team di Elizebeth Friedman smise di ricevere trasmissioni dai nazisti: segno, questo, che questi ultimi avevano scoperto di essere intercettati. Come si scoprì in seguito, la colpa era del direttore dell'FBI J. Edgar Hoover. Avido di successo e desideroso di essere acclamato, egli utilizzò subito le informazioni ricavate dal team di Elizebeth per mandare i suoi G-Men in Sud America, e arrestare le spie. Ciò che Hoover non comprese è che questi blitz avrebbero reso evidente ai nazisti l'esistenza del controspionaggio del team di Friedman. L'uomo lasciò il team della crittografa ad affrontare le conseguenze da solo: ogni progresso era azzerato, le comunicazioni nemiche erano di nuovo segrete e bisognava trovare di nuovo il modo di decifrarle.
Fu la "sfida più grande della carriera" di Elizebeth Friedman, come la definisce la PBS. Ma la sua risposta fu la solita di sempre: tornò al lavoro e raddoppiò ogni sforzo. Alla fine, il suo team riuscì a decrittare i codici di tre macchine Enigma. Entro il dicembre del 1942, ogni nuovo codice nazista era stato decifrato. Lei e il suo team svelarono l'esistenza di una rete di informatori guidata da Johannes Sigfried Becker, membro di alto rango delle SS. Argentina, Bolivia e Cile, alla fine, ruppero con le forze dell'Asse ed entrarono tra gli Alleati. Secondo il Time, gli sforzi di intelligenze del team di Friedman hanno contribuito in larga parte a questo risultato.
Molti ritengono che Elizebeth Friedman fu un'eroina che non ebbe mai il dovuto riconoscimento. Venne letteralmente "spinta via dai libri di storia", ma in questi ultimi anni questa situazione è cambiata. La PBS le ha anche dedicato un nuovo documentario, "The Codebreaker".