Nel 2008, quando il fotografo Ed Brando è stato incaricato di scattare un'immagine fuori da un vecchio manicomio, una nuova e intensa realtà si è spalancata dinanzi al suo sguardo. L'edificio era stato inaugurato nel 1852 ed era abbandonato da quasi vent'anni. Eppure, nonostante la natura stesso cercando di riappropriarsi di quegli spazi, la costruzione era ancora in piedi, "provocatoria e ostile". Da allora, l'artista si è messo in cerca di manicomi risalenti all'età vittoriana e a quella edoardiana, avviando un lungo progetto artistico che continua ancora oggi.
Esplorando questi luoghi, Brando si è accorto di avere la tendenza ad indugiare spesso davanti alle finestre. In questi momenti si dimenticava persino della fotografia, e si limitava a guardare, avendo la sensazione di potersi mettere per qualche istante nei panni di un'altra persona. "In realtà, ovviamente, non avevo idea di come potessero sentirsi i pazienti" scrive il fotografo. Eppure, la cornice e l'apertura offerte da una semplice finestra gli trasmettevano la consapevolezza di trovarsi nello stesso identico punto dal quale, fino a due secoli e mezzo prima, altre persone potevano godere di una vista che, in molti casi, è rimasta quasi del tutto immutata.
Le fotografie che vedete qui sotto sono state realizzate nell'arco di molti anni. L'artista apprezza come la qualità di questi scatti sia variabile, e rifletta il suo personalissimo viaggio. Un viaggio durante il quale non è mai mancata la consapevolezza che questi edifici non furono luoghi di felicità per molti di quelli che, volenti o nolenti, vi risiedevano. "Ho sempre avuto rispetto per coloro che chiamavano casa questi luoghi" scrive Brando, interpretando il proprio lavoro come uno sforzo per documentare queste realtà abbandonate.
In Gran Bretagna, i manicomi erano enormi: persino i più piccoli avevano le dimensioni paragonabili a quelli di un grosso edificio municipale. I più grandi potevano ospitare migliaia di pazienti e centinaia di dottori, e per arrivare da un estremo all'altro ci potevano volere delle ore. Era possibile farlo senza mai uscire all'aria aperta, attraversando passaggi, tunnel e corridoi apparentemente infiniti. I dottori ricorrevano spesso a delle biciclette per attraversare i complessi.
"Il manicomio che mi ha impressionato di più è stato il primo che ho visitato, il St John's at Bracebridge Heath, nel Lincolnshire" racconta Brando. "Non c'è niente di paragonabile alla sensazione di avventurarsi all'interno per la prima volta". Da allora, il fotografo ha visitato più di ottanta strutture. Secondo lui, molti di noi hanno un fascino innato per le rovine: "ci dicono chi siamo, e chi eravamo un tempo. Ciò a cui aspiravamo, collettivamente o individualmente, in un momento precedente, e la natura transitoria e temporanea anche delle cose più solide e apparentemente permanenti che creiamo".
Oggi, Brando spera di creare un libro fotografico con le immagini e i testi che ha elaborato nel corso del tempo. Se le sue foto vi piacciono, potete seguirlo o contattarlo tramite la sua pagina Facebook.