In Cina i fantasmi vanno placati non solo offrendo cibo, ma anche bruciando soldi
I fantasmi, come li conosciamo nel mondo occidentale, sono principalmente un riflesso della concezione tutta nostra che abbiamo dell’aldilà. Esseri i cui corpi, semitrasparenti, possono attraversare le pareti (in teoria).
In Cina i fantasmi vanno placati non solo offrendo cibo, ma anche bruciando soldi
I fantasmi, come li conosciamo nel mondo occidentale, sono principalmente un riflesso della concezione tutta nostra che abbiamo dell’aldilà. Esseri i cui corpi, semitrasparenti, possono attraversare le pareti (in teoria).

I fantasmi, come li conosciamo nel mondo occidentale, sono principalmente un riflesso della concezione tutta nostra che abbiamo dell’aldilà. Esseri i cui corpi, semitrasparenti, possono attraversare le pareti (in teoria). Ma in altre parti del mondo gli spettri vengono descritti in maniere completamente diverse. In Cina, ad esempio, i fantasmi sono contraddistinti dalla capacità di avvertire gli stessi desideri dei vivi, nonché la fame (letteralmente, inteso come desiderio di mangiare per riempire lo stomaco). A quanto pare, è nell’interesse dei vivi, nel mondo orientale, soddisfare i desideri dei fantasmi.

Nick Tackett, storico dell’Università della California (Barkeley) ed esperto in rituali di morte tradizionali cinesi – in particolare quelli relativi ai periodi Song e Liao, afferma a riguardo: “La visione tradizionale della morte in Cina è diversa dalla visione che se ne ha nell’Occidente. Lo spirito del defunto si separa in due parti, che si potrebbero intendere come due diverse anime. Una delle quali risiede stabilmente all’interno della tomba del defunto, mentre l’altra viene conservata in un oggetto chiamato Tavoletta degli Antenati”. Si tratta di una targa che viene conservata nei santuari, nelle case o all’interno dei templi. Successivamente alla sepoltura della persona che è venuta a mancare, le anime, secondo queste antiche tradizioni cinesi, devono essere nutrite costantemente. “Le offerte regolari presso l’altare ancestrale e le offerte periodiche presso la tomba sembra che aiutino a vivere e a saziare le anime dei defunti”, aggiunge Tackett.

In caso le procedure non vengano rispettate (per dimenticanza dei parenti del defunto o per un luogo di sepoltura ritenuto improprio, o ancora per eventuali faccende rimaste in sospeso della persona che è venuta a mancare), l’anima può vagare fuori dalla tomba. Il suo vagare non è incentrato sul voler spaventare i vivi ma, bensì, per il forte desiderio di placare la propria fame. Sembra che questi fantasmi, in Cina, raramente si immischino negli affari dei vivi. Accade, però, che a partire dal 15° giorno del 7° mese dell’anno del calendario lunare cinese (più o meno quando da noi, in Occidente, è agosto), le Porte degli Inferi si spalancano, consentendo a migliaia e migliaia di fantasmi di vagare (affamati) per un intero mese. Questo periodo dell’anno è conosciuto come “Il mese dei Fantasmi” (鬼 月), conosciuto anche come “Festival Yulan” o “Festival Zhongyuan”.

Le origini di questa credenza sembrano risalire a un racconto del terzo secolo relativo ad un monaco buddista intitolato “Mulian Rescues His Mother” (in italiano: “Mulian soccorre la propria madre”). La madre del monaco, defunta, sembra sia tornata a perseguitare il povero Mulian. L’apparizione aveva una forma piuttosto spaventosa ed era contraddistinta da uno stomaco enorme e da una gola strettissima. Si narra che il monaco cercò in tutto i modi di placare la sua fame ma, siccome ella era stata in vita troppo avida, sembrava fosse condannata ad essere insaziabile. Il monaco, disperato, non sapendo cos’altro fare si rivolse a Buddha. Egli disse al monaco che in un particolare giorno dell’anno, di buon auspicio, avrebbe dovuto fare visita al tempio dove la madre era sepolta per lasciare in dono del cibo, del denaro e ogni sorta di prelibatezze per soddisfare finalmente la fame dello spirito della madre. A quanto pare il tentativo ebbe successo e nacque così la tradizione conosciuta ancora oggi con il nome di “Hungry Ghost” (Fantasma affamato). Nell’immagine riportata di seguito potete osservare una rappresentazione di Mulian e del fantasma di sua madre eseguita su una pergamena del XII secolo, conosciuta con il nome di “Kyoto Ghost Scroll” (Pergamena dei fantasmi di Kyoto).

 Mulian e il fantasma di sua madre raffigurati in una pergamena del XII secolo
Mulian e il fantasma di sua madre raffigurati in una pergamena del XII secolo // PD

Stephen S. Teiser, studioso del buddismo e della religione all’Univesità di Princeton, afferma nel suo libro intitolato The Ghost Festival in Medieval China (Il Festival dei Fantasmi nella Cina Medievale): “Sebbene il Festival dei Fantasmi sia stato celebrato solo nell’Asia orientale in epoca medievale, molti dei suoi rituali e aspetti mitologici derivano dalle terre dell’Ovest della Cina. Non solo dall’India ma da molti altri regni e centri commerciali dell’Asia centrale che si sono rivelati essere cruciali nella diffusione della cultura indiana ed ariana a Est del mondo”.

Secondo la scrittrice Emily Mark (Ancient Enciclopedia of History): “I fantasmi affamati sono gli spiriti di persone che hanno sempre desiderato più di quello che avevano. Non si sono mai dimostrato grati per quello che già avevano e non possono trovare pace nell’aldilà in maniera superiore a quella che hanno trovato in vita, pur non apprezzandola. Questi fantasmi sono spesso raffigurati come persone con enormi stomaci ma bocche piccolissime e colli molto stretti, che nessuna tipologia di cibo al mondo potrebbe mai riempire”.

I fantasmi affamati sono spesso raffigurati come persone con enormi stomaci ma bocche piccolissime e colli molto stretti
I fantasmi affamati sono spesso raffigurati come persone con enormi stomaci ma bocche piccolissime e colli molto stretti // PD

Sembra che questi fantasmi abbiano alcune preferenze piuttosto particolari durante il loro vagabondare sulla Terra in questo mese speciale. Così come esistono delle antiche credenze e tradizioni che vietano particolari attività, come ad esempio quella di fischiare (sembra che il fischio attiri i fantasmi). Non si dovrebbero lasciare i vestiti ad asciugare, perché potrebbe indurre gli spiriti a indossarli. Inoltre, esiste una credenza secondo la quale non si dovrebbe mai comprare una casa o un appartamento durante il Mese dei Fantasmi, perché esso resterà per sempre infestato. Queste convinzioni hanno effettivamente delle ripercussioni nella vita reale. Agarwal Sumit della National University di Singapore, in uno studio da lui condotto nel 2015, ha dimostrato come durante il Mese dei Fantasmi la domanda relativo all’acquisto di nuove case crolli drasticamente (un buon momento per comprarne una, non trovate?!).

Per evitare l’ira dei fantasmi, la maggior parte dei rituali ruotano attorno alle costanti donazioni presso la tomba del defunto di beni e materiali di varia natura. “All’interno della tomba l’anima del defunto poteva godersi un banchetto nell’aldilà grazie a queste donazioni, rappresentato nei murales della tomba. Inoltre, vi era la tradizione di bruciare soldi di carta falsi, che per l’aldilà avevano comunque valore come il denaro reale”, afferma Tackett. Nell’immagine in basso potete osservare lo Zhizha, conosciuto in Cina anche con il nome di “Denaro dell’Inferno”, che risale al 1000 a.C.:

Denaro dell’Inferno, soldi falsi da bruciare
Denaro dell’Inferno, soldi falsi da bruciare

Si credeva che attraverso l’atto di bruciarli, questi soldi potessero raggiungere gli inferi, dove i fantasmi erano liberi di spenderlo come meglio credevano. Una sorta di “FAX” del mondo antico.

Mu-Chou Poo, storico dell’Università cinese di Hong Kong ha scritto nel suo libro Rethinking Ghosts in World Religion (“Ripensare i fantasmi nelle religioni del mondo”): “È implicitamente accettato che se una persona ha ricevuto una degna sepoltura ed un adeguato sacrificio, il fantasma di quest’ultima non tornerà nel regno dei vivi.” Ma non solo i soldi venivano bruciati. Vi sono tracce di diverse tipologie di oggetti o beni ai quali veniva dato fuoco per placare l’ira degli spiriti, tra i quali vestiti, intere case e perfino dei poveri schiavi.

Terence Hang, sociologo del Singapore Institute of Technology che studia la simbologia ha affermato: “Il Festival è da intendere come l’atto più grande di donazione di beni ai propri antenati, negli inferi, attraverso le fiamme”. Xiaoxia Zhous del China Institute negli USA ha aggiunto un’interessante osservazione: “Sembra esserci un’idea di fondo, ovvero un desiderio da parte dei vivi di tenere gli spiriti ‘aggiornati’, ‘al passo coi tempi’, in base agli oggetti che vengono bruciati in loro onore. I propri antenati dovrebbero avere le stesse cose che possiamo noi. Quindi oggi le persone bruciano televisori di carta, frigoriferi di carta o addirittura una rappresentazione di una donna”.

Soldi falsi dati alle fiamme
Soldi falsi dati alle fiamme / PD


(Crediti copertina: tobym / Flickr )
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