Questo ha portato alla creazione di una serie di dettagli che hanno aiutato a creare una vera e propria mitologia del pirata, ma che spesso vengono comunemente ritenuti realtà storica, quando si tratta semplicemente di invenzioni.
Ripercorriamo dunque la storia della pirateria, per delineare con più precisione chi erano per davvero i pirati.
Un combattimento tra la Confiance (del corsaro Robert Surcouf) e la nave Kent
La storia della pirateria
Prendere il largo per compiere razzie e saccheggi è una pratica antica quasi quanto la navigazione stessa. La prima evidenza storica di pirateria risale al 1400 a.C., e riguarda il popolo dei Lukkan, basati in un'area che oggi si trova in Turchia. I Lukkan erano una gran spina nel fianco per i popoli egizi.
Tra il 1000 e il 500 a.C., poi, i cretesi divennero un flagello per il mondo ellenico. Città cretesi come Eleuterna e Cidonia si trasformarono in grandi mercati di schiavi: tra questi ultimi c'erano principalmente donne e bambini catturati dai razziatori.
Sono famosi, inoltre, i cosiddetti "Popoli del Mare", terrore dei navigatori del mondo antico. Essi erano predoni del mare originari, forse, dell'Europa meridionale e del Mar Egeo. Compirono invasioni e saccheggi alla fine dell'età del Bronzo (verso la metà del primo millennio a.C.).
Si racconta che il giovane Gaio Giulio Cesare fosse stato rapito da pirati originari di Rodi. Svetonio, ne La Vita dei Cesari, descrive flotte di enormi navi: il futuro imperatore venne rilasciato solo dopo il pagamento di un cospicuo riscatto.
Nel periodo classico, la questione dei pirati divenne un tema politico. Nel 67 a.C., Pompeo diede il via ad una campagna di distruzione nei confronti di tutti i pirati del Mediterraneo. Dividendo il Mare in diverse sezioni, sconfisse i pirati di ognuna di esse, uccidendone migliaia e catturando centinaia di navi.
Anche Gneo Pompeo Magno condusse una vera e propria guerra contro di loro, con il sostegno del Senato romano. I pirati erano quasi sempre condannati a morte pubblicamente.
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I pirati sono tornati alla ribalta nel Medioevo. I razziatori vichinghi attaccavano le navi europee nel IX secolo, e quelli musulmani intercettavano quelle dei Crociati. Particolarmente noto è l'episodio dell'isola di Lindisfarne, al largo delle coste inglesi. Nel IX secolo, i pirati vichinghi saccheggiarono un monastero sull'isola, massacrando i suoi abitanti. Tra i tesori più ricercati dai pirati scandinavi c'erano le copertine dei codici miniati, crocifissi d'oro e calici d'argento.
Nel 1200 Eustachio il Monaco, anche detto il "Monaco Nero", si conquistò una gran fama come pirata dopo che il Conte di Boulogne gli aveva confiscato i beni. Il Monaco bruciò due mulini del Conte e si diede alla fuga, diventando così temibile nel Canale della Manica che, si dice, venne assunto dai re di Francia e Inghilterra come mercenario.
I pirati mercenari, o corsari, si sarebbero presto imposti come una nuova tipologia di pirati, sotto la protezione di uno specifico potente che assegnava loro missioni criminali. Nel XVI secolo, la Regina Elisabetta I scatenò Sir Francis Drake e altri "mastini del mare" contro le navi spagnole che commerciavano con il Nuovo Mondo. I privateers britannici vennero presto imitati da francesi e olandesi.
Nello stesso secolo, i fratelli Barbarossa erano fidati corsari dell'Impero Ottomano, bersagliando con ferocia i galeoni del Papa.
Nel 1650 iniziò la cosiddetta "Età dell'Oro della Pirateria". Le colonie Europee nel nuovo mondo crescevano sempre di più, e i commerci internazionali offrivano bottini enormi a chi riuscisse ad intercettare le navi. La promessa di tesori dal valore inestimabile stuzzicava la fantasia di molti. Fu questo il periodo dei pirati più famosi della storia.
Sir Henry Morgan, pirata e corsaro gallese, fu forse il più famoso malandrino dell'epoca dei bucanieri (parola utilizzata in quel periodo per indicare i pirati dei Caraibi). Durante una delle scorribande, Morgan ordinò ai suoi uomini di rinchiudere gli abitanti di Puerto Príncipe, Cuba, dentro una chiesa, così da poter razziare i pirati indisturbati. Poi catturò Porto Bello, Panama, creando anche uno scudo umano usando preti, donne e il sindaco. Morgan venne arrestato brevemente ma poi divenne governatore della Giamaica nel 1678.
Un altro corsaro celebre fu il Capitano William Kidd, che iniziò la corriera marittima come cacciatore di pirati nell'oceano Indiano. Senza riuscire a resistere al richiamo delle ricchezze, divenne un pirata a sua volta, catturando svariate navi mercantili. Dopo una defezione di massa da parte dei suoi sottoposti, tornò a casa da solo, fermandosi a Gardiners Island, New York, per seppellire il suo tesoro.
Ci fu poi John Rackam, meglio conosciuto come "Calico Jack". Benché fosse stato graziato nel 1719 dopo i suoi atti di pirateria, tornò in mare e rubò un'imbarcazione nel porto di Nassau, nelle Bahamas. Aveva una decina di seguaci o poco più, tra cui due delle uniche pirate donne dei Caraibi. Una di loro, Mary Read, aveva navigato per un bel po' vestita da uomo.
Mary Read in una rappresentazione di origine sconosciuta // Wikimedia
Tra i pirati più famosi di tutti, però, c'è Edward Teach, anche detto Barbanera. Incuteva terrore nei nemici affumicandosi la lunga barba e tenendo diverse armi appese al petto. Nel 1717 catturò una nave francese di schiavi, dotandola di 40 cannoni e utilizzandola per assediare il porto di Charleston, South Carolina. Alla fine, venne ucciso in battaglia dall'Esercito Britannico. La leggenda racconta che ci vollero 20 pugnalate e 5 proiettili per farlo soccombere.
Dopo la morte di Barbanera, l'Età dell'Oro della Pirateria iniziò il suo declino. Sarebbe stata romanzata da innumerevoli libri e film, primo tra tutti L'Isola del Tesoro di Stevenson.
La cattura del Pirata Barbanera, Jean Leon Gerome Ferris (1920)
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Vita da pirata
Secondo il libro del leggendario (e forse inesistente) capitano Charles Johnson, le navi dei pirati avevano regole precise, applicate con durezza, e necessarie per garantire lo svolgimento delle attività criminose.
Si dice che ognuno avesse il diritto di voto e di ricevere cibo fresco e una razione di liquore. Le candele venivano spente alle otto, e le donne erano assolutamente vietate (anche se abbiamo già visto che c'erano alcune eccezioni). Solitamente, chi introduceva una donna a bordo veniva ucciso.
Stando al libro sui pirati del capitano Charles Johnson la vita a bordo di una nave pirata era piena di contrasti. Sulle navi non mancava il lavoro per l'equipaggio impegnato in una costante manutenzione della nave. Le regole che l'equipaggio doveva rispettare erano poche ma molto dure.
Le decisioni erano prese in maniera collettiva e il bottino veniva diviso in parti uguali, anche se capitano, quartiermastro, primo ufficiale, nostromo e cannoniere ne ricevevano di più. La struttura sociale dei pirati era talmente egalitaria e "democratica" che i quartiermastri avevano di solito potere di veto sulle decisioni dei capitani. Il sistema di pesi e contrappesi, soprattutto istituito dai pirati dei Caraibi con ascendenza europea, era sostanzialmente più avanzato e democratico di quelli istituzionalizzati dagli Stati sovrani dell'epoca.
A bordo c'era bisogno di un carpentiere e di un bottaio, per la manutenzione della nave e degli armamenti. Eventuali carpentieri e bottai trovati sulle navi catturate venivano costretti ad unirsi all'equipaggio.
Di solito, però, i pirati non facevano prigionieri e tendevano a non uccidere nessuno, se potevano evitarlo. Anzi, la situazione ideale era quella in cui le navi si arrendevano senza combattere. In questo caso, nessuno perdeva la vita (da entrambe le parti).
Tra i bottini maggiormente cercati c'erano sì gioielli e oro, ma meno di quanto si pensi. Una merce che destava l'interesse dei pirati era quella di tipo medico: una cassa piena di medicine poteva arrivare a valere l'equivalente di mezzo milione di dollari attuali.
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Leggende, miti e tesori dei pirati
Il cinema ha contribuito a creare alcuni miti, relativi a pratiche piratesche, che sono in realtà invenzioni di sana pianta.
Spesso, ad esempio, il pirata è raffigurato con un pappagallo sulla spalla, ma non ci sono prove che qualcosa del genere sia realmente successo.
Un'altra immagine suggestiva, ma probabilmente falsa, è quella del "trampolino" che le vittime dei pirati percorrevano prima di essere dati in pasto agli squali.
Inoltre, benché siamo abituati a vedere i pirati a bordo di grandi navi e galeoni, in realtà era molto più facile che essi navigassero su imbarcazioni più piccole. Queste ultime erano più pratiche ed agili, permettendo una fuga veloce e una facile navigazione sui bassi fondali. I galeoni, meno facilmente manovrabili, erano invece più spesso prede delle attività piratesche.
Come già accennato, anche l'idea del bottino è un po' distorta. Gli scrigni del tesoro, pieni di diamanti e metalli preziosi, non erano particolarmente ambiti. Al contrario, ciò che i pirati volevano erano vari tipi di provviste, armi, tessuti e medicine.
Il "tesoro perduto dei pirati", ovvero l'oro e i gioielli sepolti in attesa di diventare più facilmente smerciabili, è più insolito di quanto si pensi.
Non vuol dire, però, che non sia esistito neanche un caso. Come abbiamo visto, ad esempio, il Capitano Kidd seppellì il suo bottino a Gardiners Island. Si pensa che la quantità d'oro sepolta da Kidd fosse enorme, pari a 400 tonnellate. Non è ancora sicuro che tutto l'oro di Kidd sia stato recuperato.
Un altro caso fu il tesoro di Francis Drake, che seppellì il bottino recuperato da un assalto a una nave spagnola, per poi recuperarlo in un momento successivo.
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