Lo spettro di Brocken, il raro ed intrigante fenomeno ottico dell'ombra proiettata sulle nuvole
Ampie, inquietanti ombre proiettate sulle nuvole, spesso circondate da un alone arcobaleno. Lo spettro di Brocken è senza dubbio un fenomeno intrigante.
Lo spettro di Brocken, il raro ed intrigante fenomeno ottico dell'ombra proiettata sulle nuvole
Ampie, inquietanti ombre proiettate sulle nuvole, spesso circondate da un alone arcobaleno. Lo spettro di Brocken è senza dubbio un fenomeno intrigante.

Ampie, inquietanti ombre proiettate sulle nuvole, spesso circondate da un alone arcobaleno. Lo spettro di Brocken è senza dubbio un fenomeno intrigante. Si tratta, in ogni caso, di un effetto ottico che trova una precisa spiegazione scientifica, benché abbia ispirato, nel tempo, un certo numero di leggende.

Il nome di queste figure deriva da Brocken, una montagna tedesca che fu il teatro della prima "apparizione" dello spettro. Il fenomeno si crea quando l'ombra ingigantita di un osservatore viene proiettata su una nuvola. Si può notare spesso sulle montagne nebbiose, quando c'è poca luce. Chi non lo conosce può rimanere parecchio intimorito dallo spettro di Brocken. Sulla montagna tedesca, secondo una leggenda, una mattina un uomo stava passeggiando da solo quando una gigantesca figura scintillante incombette su di lui. Nel panico, si gettò giù dalla montagna.

Ciò che rende la vetta di Brocken particolarmente adatta per la visione dello spettro è il fatto che, spesso, è lambita da ampi banchi di nebbia. Lo spettro di Brocken è visibile quando le nuvole sono sotto l'osservatore, e il sole splende dietro la sua schiena. Il fenomeno ha una spiegazione abbastanza semplice: il sole proietta l'ombra sulle particelle d'acqua che compongono le nuvole (o la nebbia). L'aura colorata che si può ammirare intorno all'ombra è prodotta dalla luce rifratta nelle minuscole goccioline. Le nuvole, spostandosi, fa tremolare lo spettro, rendendolo ancora più inquietante.

Il modo migliore per ammirare il fenomeno è spostarsi ad alte altitudini. Lo spettro di Brocken è stato descritto per la prima volta nel tardo XVIII secolo. Ne fecero menzione Charles Dickens, ne La Piccola Dorrit, C. S. Lewis e lo psichiatra Carl Jung. Nella letturatura, la figura spesso è menzionata come il riflesso tormentoso del proprio sé travagliato. C'è chi suggerisce che lo spettro di Brocken possa aver contribuito agli avvistamenti di Bigfoot e yeti. 

Il fenomeno è stato anche osservato dalle finestre di un aeroplano. Ogni tanto, si può vedere l'ombra dell'aereo impressa sulle nuvole sottostanti, circondata da un arcobaleno.

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