Qualcuno l'avrebbe in seguito soprannominata "nonna d'Europa": la Regina Vittoria non è soltanto il simbolo dell'Età che porta il suo nome, ma anche colei che segnò la transizione a un modello moderno di monarchia costituzionale, nonché antenata di un gran numero di sovrani che, nel XX secolo, regnarono in moltissimi paesi Europei.
Parlando dell'Età vittoriana (1837-1901), si può delineare un'epoca di grande progresso sociale, tecnologico e industriale. La Rivoluzione Industriale, esplosa prima di tutto in Inghilterra, avrebbe cambiato per sempre il pianeta. I diritti sociali acquisirono sempre più risalto, ma anche a causa delle terribili condizioni in cui arrivò a vivere la classe più povera. Nacquero le idee di uguaglianza, emancipazione femminile e socialismo.
Parlando di un'altra epoca, ma evidenziano il paragone con la propria, lo scrittore vittoriano Charles Dickens espresse con eleganza le profonde contraddizioni dell'Età vittoriana: "Erano i giorni migliori, erano i giorni peggiori, era un’epoca di saggezza, era un’epoca di follia, era tempo di fede, era tempo di incredulità, era una stagione di luce, era una stagione buia, era la primavera della speranza, era l’inverno della disperazione, ogni futuro era di fronte a noi, e futuro non avevamo" (Una Storia tra Due Città).
Non fu certamente la Regina Vittoria a governare, e le idee della sovrana non erano probabilmente indirizzate al progresso. Tuttavia, la Regina Vittoria seppe condurre il proprio popolo in un'epoca di impetuoso cambiamento. Rappresentò la stabilità, la continuità e il perdurare rassicurante delle tradizioni. Si pose questo obiettivo fin da bambina. Non appena seppe che il suo destino era quello di diventare Regina, Vittoria disse "Lo farò bene!". Fin dall'infanzia, la sua determinazione era una promessa di quella forza e stabilità di cui il Regno Unito aveva bisogno in uno dei suoi momenti di maggiore potenza.
L'albero genealogico della Regina Vittoria
La Regina Vittoria ereditò il trono dalla famiglia del padre, Edoardo Augusto di Hannover, benché non dal padre stesso (come accadde invece, ad esempio, alla Regina Elisabetta II). Era infatti suo nonno, Giorgio III, ad essere stato Re fino al 1801. Dopo di lui salirono al trono i due figli maggiori, Giorgio IV e Guglielmo IV. Alla morte di quest'ultimo, dovuta ad una malattia al fegato, la Regina Vittoria era la prossima in linea di successione, in quanto figlia del quarto figlio di Giorgio III, che era morto pochi mesi dopo la nascita di lei. La madre della Regina Vittoria, invece, era Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld. Ella era a sua volta zia del futuro marito della Regina, Alberto di Sassonia.
Nel corso della vita, la Regina Vittoria e Alberto di Sassonia ebbero ben nove figli. Lungo quasi tutte le linee di discendenza dei figli si possono trovare futuri sovrani europei. Oltre ad Edoardo VII, Re del Regno Unito dal 1901 (e antenato della Regina Elisabetta II e dell'attuale Re di Norvegia Harald II), troviamo Vittoria (madre del futuro kaiser Guglielmo II di Germania e antenata di diversi re di Grecia), Alfredo (bisnonno degli ultimi Re di Romania e Jugoslavia), Arturo (bisnonno di Margherita II, attuale Regina di Danimarca, e di Carlo XVI, attuale Re di Svezia) e Beatrice (trisavola di Filippo VI, attuale Re di Spagna).
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Quando il Re Guglielmo IV morì, il 20 giugno del 1837, Vittoria aveva appena compiuto 18 anni. In seguito, avrebbe scritto: «Io sono stata svegliata alle 6 dalla Mamma, che mi ha detto che l'Arcivescovo di Canterbury e Lord Conyngham erano qui e desideravano vedermi. Scesi dal letto e andai nel mio salotto (indossando solo la mia vestaglia) e, sola, li incontrai. Lord Conyngham poi mi fece sapere che il mio povero zio, il Re, non c'era più, e che era spirato 12 minuti dopo le 2 di questa mattina, e di conseguenza che io sono la regina». Quel giorno, la sua vita cambiò per sempre.
Quanto regnò e che Regina fu
Quando ascese al trono, nel 1837, Vittoria non possedeva l'educazione necessaria per governare. Essendo la quinta in ordine di successione, infatti, era cresciuta avendo poche speranze di venire incoronata. La nuova Regina adottò una strategia che si sarebbe rivelata vincente per tutto il resto della sua vita: si trovò un complice fedele. Appena diciottenne, strinse una solida alleanza (benché un po' discussa, anche e soprattutto per motivi politici e istituzionali) con il primo ministro, lord Melbourne. Fu lui a "formarla", insegnandole il necessario per la vita mondana e politica.
Due anni dopo, Vittoria si sposò con Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, un principe tedesco dall'affascinante bellezza e che instaurò con la Regina un rapporto appassionato. Era ben diverso da lei: la Regina Vittoria era autoritaria, mentre Alberto era un puritano. Fu lui, più che la sovrana, a rappresentare la ben nota rigidità dell'età vittoriana. Il principe era molto interventista per quanto riguarda gli affari di governo e la gestione della casa reale: egli riformò l'amministrazione di Buckingham Palace, e intraprese, a nome della Corona, azioni filantropiche e assistenziali che ancora oggi continuano.
Anche dopo la scomparsa di Alberto, la Regina continuò a seguire alcuni suoi preziosi consigli. In particolare, si dedicò molto all'attività politica (anche troppo). Il suo stile risoluto portò la Regina Vittoria a rischiare spesso scontri diretti con i Primi Ministri. Dal punto di vista delle istituzioni, questa era sicuramente poco desiderabile. Il suo segretario privato, sir Henry Ponsonby, la aiutò a mediare tra i desideri della Corona e quelli del governo.
Alcuni primi ministri furono particolarmente favoriti dalla Regina, arrivando a tutto pur di guadagnarsi il suo favore. Uno di questi fu senza dubbio il conservatore Benjamin Disraeli. Al contrario, invece, alcuni ebbero con Vittoria dei rapporti gelidi. Il liberale William Gladstone era talmente odiato dalla sovrana che questa considerò di abdicare pur di impedirgli di arrivare al potere. Quando questo Gladstone terminò il suo mandato, la Regina Vittoria non gli scrisse neppure una lettera per salutarlo.
Nonostante tutto, però, la Regina Vittoria non oltrepassò mai il limite, e preservò la monarchia costituzionale, modellandola in un'istituzione sempre più simile a quella che conosciamo oggi. Nel 1901, dopo quasi 64 anni di regno, il Regno Unito era pronto per entrare in una nuova epoca, raccogliendo l'eredità fondamentale di una sovrana che aveva visto il proprio paese cambiare in modo radicale.
La bellezza, il matrimonio e le passioni della Regina Vittoria
Commentando la sua biografia sulla Regina Vittoria, lo scrittore Richard Newbury affermò che "questa appassionata regina non era affatto puritana, ma assolutamente capace di deliziarsi". Una frase che offre un'immagine vivida di come doveva essere Vittoria nel privato.
La Regina era una donna piccolina, dal fisico un po' sgraziato, e non era dotata di una particolare bellezza. Eppure, anche se sembra difficile crederci, era a suo modo una donna passionale. Il suo matrimonio con Alberto, con cui ebbe 9 figli, fu segnato da momenti intensi. Uno dei più celebri riguarda il dipinto segreto che ella fece realizzare in occasione dei suoi 24 anni: un ritratto di lei con i capelli sciolti, in una posa intima e seducente, con le spalle nude adagiate su un cuscino cremisi. Il dipinto era destinato allo spogliatoio del Principe.
La passione erotica tra i due continuò ad essere incanalata nelle opere d'arte: per i 23 anni di lei, Alberto chiese allo scultore prussiano Emil Wolff una statua in marmo di se stesso, raffigurato in veste di guerriero greco, con una Vittoria nuda e appoggiata alla corazza.
Vittoria e Alberto erano stati fortemente attratti l'uno dall'altra fin dal primo momento. La prima notte di nozze era stata esplosiva, come la Regina non mancò di sottolineare nel proprio diario, in cui parlò di una "beatitudine oltre ogni immaginazione", e descrivendo il momento come "gratificante e sbalorditivo al massimo".
Il loro bel matrimonio, purtroppo, durò soltanto 20 anni. Nel 1861, Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha morì a causa di una febbre tifoidea, benché sia altamente probabile che avesse seri problemi di salute da almeno due anni. La Regina Vittoria rimase vedova, e sarebbe sopravvissuta al marito per 40 anni. In questo periodo di tempo, benché Alberto non venne mai dimenticato, Vittoria ebbe molto probabilmente qualche storia.
Molto discusso fu, ad esempio, il suo rapporto con il ghillie personale del principe Alberto (in Scozia, il ghillie o gillie è la figura che assiste durante le spedizioni di pesca o caccia), John Brown, che aveva quasi vent'anni meno di lei. Vittoria lo nominò Queen's Highland Servant, un titolo che, a quanto pare, era stato inventato appositamente per avere Brown sempre vicino. La relazione tra Vittoria e John Brown fu puramente platonica, ma alcuni la descrissero come "assurda e disdicevole per la sua posizione". La Regina, invece, parlò di Brown con tenerezza come "l'amico più caro, che nessuno in questo mondo potrà mai sostituire"
Un'altra amicizia speciale, e altamente controversa, fu quella con Adbul Karim, un servitore indiano che conquistò la Regina e venne da lei tenuto sempre vicino. Abdul introdusse la Regina Vittoria alla cultura (e alla cucina) indiana, e la sovrana fu affascinata dalle sue storie, e dalle discussioni filosofiche che poteva intrattenere con lui.
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I figli della Regina Vittoria
Dei nove figli della Regina Vittoria (che abbiamo elencato nel paragrafo relativo al suo albero genealogico), fu principalmente l'erede, Alberto Edoardo, a darle problemi. I dissidi tra i due furono aggravati dal fatto che Vittoria non amava i bambini, soprattutto quelli piccoli. Non allattò mai i figli, affermando che allattare era tipico delle mucche, e che essa non si reputava una mucca.
Ma tra Vittoria e Bertie (così veniva chiamato affettuosamente il futuro Re) i rapporti non migliorarono affatto col tempo. Il ragazzo aveva diverse amanti e conduceva, secondo la Regina, una vita oziosa e frivola. Vittoria era convinta che Bertie avesse indirettamente causato la morte del suo amato marito, visto che l'ultima malattia del principe era sorta dopo una visita al figlio a Cambridge. In realtà, Alberto Edoardo si sarebbe rivelato un sovrano sorprendentemente buono, anche se il suo regno fu breve.
Le prime gravidanze della sovrana furono tutte traumatiche. Quando era era incinta della primogenita Vittoria, infatti, la Regina e il Principe subirono un attentato che, benché non ebbe conseguenze sul piano fisico, li segnò psicologicamente nel profondo.
Quando nacque il principe Leopoldo, invece, la Regina venne criticata aspramente dalla chiesa anglicana perché aveva fatto uso di anestetici durante il parto. Secondo i fanatici, infatti, le donne dovrebbero essere obbligate ad espiare il peccato originale con il dolore del parto.
La morte della Regina Vittoria
La morte della Regina Vittoria avvenne nel 1901. Verso la fine della sua vita, il carattere della sovrana si era fatto più mite e pacifico, pur rimanendo maestoso. Con la fine della sua vita, tramontava anche un'epoca. Iniziava il XX secolo: un periodo storico i cui travagli non coinvolsero, per sua fortuna, la "nonna d'Europa".
Vittoria aveva 81 anni quando venne a mancare, il 22 gennaio del 1901. In quel mese si era sentita spesso debole, stordita e confusa. Al suo capezzale, al momento della morte, c'erano il figlio Alberto Edoardo e il nipote, Guglielmo II. Il suo cane Turi venne sistemato al suo fianco e rimase sul suo letto per tutto il tempo.
Durante il funerale, la Regina indossava un vestito bianco e il velo che aveva indossato durante il matrimonio. Con lei si spense la prima monarchia moderna del Regno Unito. Una monarchia simbolica, in grado di unire il paese e di essere "consultata, avvisata e consigliata" dal governo. Una monarchia che si sarebbe rivelata di importanza vitale durante le Guerre Mondiali. Vittoria, per sua fortuna, non arrivò a essere testimone della Grande Guerra, un conflitto che avrebbe visto i suoi discendenti uno contro l’altro. Guglielmo II avrebbe commentato con amara ironia che, se fosse stata viva, sua nonna la Regina Vittoria non avrebbe mai permesso loro di combattere l'uno contro l'altro.