Nel quartiere EUR, di Roma, è custodito un enorme modello in scala che mostra l'antica Roma in tutta la sua gloria. Il Plastico di Roma Imperiale, con una scala di 1:250, venne commissionato dal regime nel 1933 e rappresenta Roma nel IV secolo d.C., al tempo dell'imperatore Costantino I. Oggi si trova nel Museo della Civiltà Romana, un museo aperto negli anni '30 che voleva dimostrare la storia dell'antica Roma.
Il plastico fu realizzato in gesso alabastrino, con armature in metallo e fibre vegetali. Il modello è un capolavoro creato dall'archeologo Italo Gismondi, che ci lavorò pressoché per tutta la vita. All'inizio, il plastico era parzialmente basato sulla mappa Forma Urbis del 1901, di Rodolfo Lanciani. Negli anni '50 venne installato permanentemente nel Museo della Civiltà Romana, ma Gismondi continuò ad espanderlo fino al 1971.
Considerato oggi uno dei riferimenti più importanti per quanto riguarda l'aspetto dell'antica Roma, Gismondi usò mappe precise per determinare la posizione di monumenti il Pantheon e il Colosseo. Le case residenziali, così come altri siti di cui non rimangono tracce archeologiche, vennero ricreati usando modelli rappresentativi delle costruzioni dell'epoca. Ironicamente, anche se Mussolini commissionò il modello, la mancanza di buona parte dei riferimenti fu colpa sua, visto che aveva ordinato la distruzione di molte delle case più antiche di Roma per per far posto a grandi arterie come la via dei Fori Imperiali, che portano al Colosseo.
Benché fosse stato concepito a scopi propagandistici, visto che non solo doveva consolidare l'immagine dell'origine imperiale italiana ma anche giustificare le brutali revisioni urbanistiche della città come tentativo di riscattarne gli antichi monumenti, il Plastico di Roma Imperiale è oggi senza dubbio una testimonianza preziosa, e procura ogni anno moltissimi visitatori al museo. Le sue misure sono enormi: arrivano a 200 metri quadrati. I registi l'hanno talvolta utilizzato per registrare vedute aree in film ambientati sull'antica Roma.






