Sentimenti e gesti intraducibili: 24 parole straniere che sono uniche al mondo
"Lo sapete che gli Eschimesi, o per meglio dire gli Inuit, hanno 15 diversi termini per indicare quella che noi chiamiamo neve?" Sarà capitato a molti di sentire questa frase, ma soffermiamoci un attimo su di essa: che utilità può avere il fatto di chiamare una singola entità (in questo caso la neve, appunto) con un numero così ampio di termini? Una spiegazione accettabile è quella che illustra come il fatto che questa popolazione sia a contatto con la neve per un periodo superiore rispetto alla nostra tradizionale settimana bianca, situazione che ha portato nel corso dei secoli alla creazione di termini capaci di definire quella che è sì neve ma varia per densità, aspetto, livello di compattezza e via dicendo, che in italiano potremmo ad esempio definire "neve bagnata calpestata più volte e poi ricongelatasi".
Sentimenti e gesti intraducibili: 24 parole straniere che sono uniche al mondo
"Lo sapete che gli Eschimesi, o per meglio dire gli Inuit, hanno 15 diversi termini per indicare quella che noi chiamiamo neve?" Sarà capitato a molti di sentire questa frase, ma soffermiamoci un attimo su di essa: che utilità può avere il fatto di chiamare una singola entità (in questo caso la neve, appunto) con un numero così ampio di termini? Una spiegazione accettabile è quella che illustra come il fatto che questa popolazione sia a contatto con la neve per un periodo superiore rispetto alla nostra tradizionale settimana bianca, situazione che ha portato nel corso dei secoli alla creazione di termini capaci di definire quella che è sì neve ma varia per densità, aspetto, livello di compattezza e via dicendo, che in italiano potremmo ad esempio definire "neve bagnata calpestata più volte e poi ricongelatasi".
"Lo sapete che gli Eschimesi, o per meglio dire gli Inuit, hanno 15 diversi termini per indicare quella che noi chiamiamo neve?" Sarà capitato a molti di sentire questa frase, ma soffermiamoci un attimo su di essa: che utilità può avere il fatto di chiamare una singola entità (in questo caso la neve, appunto) con un numero così ampio di termini? Una spiegazione accettabile è quella che illustra come il fatto che questa popolazione sia a contatto con la neve per un periodo superiore rispetto alla nostra tradizionale settimana bianca, situazione che ha portato nel corso dei secoli alla creazione di termini capaci di definire quella che è sì neve ma varia per densità, aspetto, livello di compattezza e via dicendo, che in italiano potremmo ad esempio definire "neve bagnata calpestata più volte e poi ricongelatasi".
La frase con cui questo articolo si apre, in tutta onestà, è per metà una leggenda e per l'altra metà frutto di una traduzione scorretta della lingua Inuit. Tuttavia apre un discorso interessante legato alla presenza in una lingua di termini di cui non esiste l'esatto corrispettivo in un'altra lingua di riferimento.
Tim Lomas, psicologo inglese e docente di psicologia dell'Università di East London, ha raccolto un numero in espansione di espressioni in altrettante lingue parlate nel mondo per esprimere concetti intraducibili in Inglese (come anche in Italiano) se non tramite frasi capaci di spiegare il concetto in modo esaustivo.
Lo stesso Lomas ha creato un sito con il fine di raccogliere tutti questi termini e favorirne l'adozione da parte della lingua inglese per riassumere in una parola, presa in prestito da un altro idioma, un concetto molto più articolato.
Ecco alcune delle più interessanti, dalla lingua originale all'italiano:

1. Mbuki-mvuki (bantu) Desiderio di spogliarsi per avere più libertà mentre si balla.

2. Kilig (tagalog) Sentire le farfalle nello stomaco.

3. Uitwaaien (olandese) Fare una passeggiata per schiarirsi le idee.

4. Gigil (tagalog) Provare un irresistibile impulso di pizzicare affettuosamente qualcuno.

5. Desbundar (portoghese) Atto di perdere l'inibizione mentre ci si sta divertendo.

6. Yuan bei (cinese) Una perfetta e completa sensazione di autorealizzazione.

7. Iktsuarpok (Inuit) L’attesa provata per qualcuno, che induce chi aspetta a controllare continuamente se la persona aspettata sia finalmente arrivata.

Photo by BRUNO CERVERA on Unsplash


8. Sehnsucht (tedesco) Intenso e struggente desiderio per qualcosa di inarrivabile.

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9. Pihentagyú (ungherese) Le persone brillanti capaci di fare battute sottili o dare soluzioni ad un problema.

10. Desenrascanço (portoghese) Atto di districarsi da una situazione scomoda.

11. Orenda (huron) Potere della forza di volontà di cambiare il potente destino

12. Wabi-sabi (giapponese) Apprezzamento per la bellezza transitoria e imperfetta, destinata a spegnersi presto ma apprezzata finché viva.

13. Cafuné (portoghese) Passare affettuosamente le dita tra i capelli di una persona a cui si vuole bene.

14. Hygge (danese) Lo stile di un luogo intimo ed accogliente, utile per proteggersi dal freddo danese.

15. Sobremesa (spagnolo) Conversazione intavolata con le persone con cui si è appena condiviso un pasto.

16. Cynefin (gallese) Sensazione che si prova nei confronti di un luogo tanto speciale per noi stessi da essere considerato la propria casa.

17. Esprit de l’escalier (francese) Atto di rimuginare continuamente pensando alle frasi che avremmo potuto dire durante un evento ormai passato.

18. Feierabend (tedesco) La piacevole sensazione di arrivare al termine di una giornata in cui si è lavorato.

19. Fylleangst (norvegese) Timore di aver commesso atti di cui non ci si ricorda durante una pesante ubriacatura.

20. Gjensynsglede (norvegese) Felicità provata nell'incontrare qualcuno dopo un lungo periodo di tempo.

21. Gumusservi (turco) Riflesso della luna sull'acqua di un lago o del mare.

22. Gunnen (olandese) Provare felicità in seguito ad un evento positivo che colpisce qualcuno che riteniamo meritevole di gioia.

23. Fika (svedese) Incontrare persone in un luogo in cui conversare e bere un caffè, trattenendosi a lungo.

24. Jayus (indonesiano) Una barzelletta che fa ridere per il suo non essere divertente e venire raccontata male.
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