Sembra strano ma è così. Mosuo è il nome di una popolazione cinese che vive sotto l'Himalaya, sul lago Lugu. I villaggi Mosuo contemplano una struttura matriarcale, ben diversa da quella che siamo abituati a conoscere in Occidente.
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Le donne di Mosuo
A Mosuo, società distribuita su più villaggi e che conta in tutto circa 40.000 persone, le donne lavorano nei campi e nelle fattorie, mentre gli uomini si dedicano ai lavori fisicamente più impegnativi. La famiglia è capeggiata dalla madre, che trasmette il cognome e che detiene la proprietà. Si pratica il "matrimonio itinerante": a partire dall'età di 13 anni, quando viene iniziata, la donna può scegliere i propri partner tra gli uomini della tribù. Può scegliere di rimanere con un solo uomo per tutta la vita o cambiarlo a piacimento. Le visite degli uomini avvengono di notte, e tendenzialmente in segreto.
Il matrimonio itinerante con una persona dura finché sussiste la passione, e viene tranquillamente interrotto se questa viene a mancare. I figli sono legati alla madre e, a volte, non sanno neanche chi è il loro padre. Ma questo non desta scandalo, anzi, permette loro di stringere legami affettivi con diversi uomini adulti del villaggio, che vengono chiamati "zio".
Karolin Klüppel, fotografa tedesca, ha vissuto per diverso tempo tra i Mosuo e ha ritratto la matriarche. Le ha descritte come "molto buffe e attive", fisicamente molto forti e resistenti. "Ho visto una donna di 80 anni trasportare pesi che io non sarei riuscita a sollevare" dice. "Ho capito che la resistenza fisica dipende davvero da ciò che fai del tuo corpo, le donne hanno più forza degli uomini!"
Oggi le anziane matriarche, dette "Dabu", portano avanti la cultura e le istituzioni dei Mosuo in mezzo alle sfide poste da Mao Tse-tung, che nel 1966 costrinse le coppie Mosuo a sposarsi, e allo sfruttamento turistico promosso dal governo cinese. La società matriarcale si sta indebolendo, man mano che i contatti con l'esterno aumentano. Per tanto tempo, infatti, i Mosuo erano rimasti isolati.
Perché la maggior parte delle società si sono sviluppate in senso patriarcale?
L'archeologa Marija Gimbutas riporta di come, a cavallo tra Paleolitico e Neolitico, la civiltà fondata sulla raccolta vedeva una sostanziale eguaglianza tra i generi. Il culto della dea generatrice esaltava il potere delle donne di procreare. In seguito, mentre si scopriva che anche l'uomo ha un ruolo nella procreazione, i culti di divinità maschili hanno sostituito quelli femminili. Con l'avvento di tecniche agricole più complesse e raffinate, la differenziazione della forza fisica tra i due generi ha introdotto un progressivo distacco tra uomini e donne. Mentre le donne assumevano il compito di cura, di gestione della casa e degli affetti, agli uomini è stata delegata la gestione del potere e della guerra. Gli uomini hanno iniziato a monopolizzare potere e risorse, e questo dominio si è confermato nel mondo classico e, successivamente, nelle società dell'Alto Medioevo con l'avvento della grandi religioni monoteiste (a impronta fortemente maschilista).
Soltanto con le Guerre Mondiali, e con la complessità della Società dell'ultimo secolo, insieme alle battaglie femministe, la supremazia maschile si è indebolita.