Cos'era l'isteria: un racconto fotografico grazie al neurologo ottocentesco Jean-Martin Charcot
Isteria è un termine che è uscito dal dizionario medico già da diversi decenni. Nell'Ottocento, al contrario, era molto utilizzato, ed oggi ha lasciato la sua traccia nel linguaggio popolare.
Cos'era l'isteria: un racconto fotografico grazie al neurologo ottocentesco Jean-Martin Charcot
Isteria è un termine che è uscito dal dizionario medico già da diversi decenni. Nell'Ottocento, al contrario, era molto utilizzato, ed oggi ha lasciato la sua traccia nel linguaggio popolare.
Isteria è un termine che è uscito dal dizionario medico già da diversi decenni. Nell'Ottocento, al contrario, era molto utilizzato, ed oggi ha lasciato la sua traccia nel linguaggio popolare.
Isteria deriva dalla parola greca Hystera (utero). I greci, infatti, sono stati i primi ad utilizzare questo termine per indicare un insieme specifico di sintomi, di una malattia che si pensava fosse solo femminile, causata da uno spostamento dell'utero.
Nell'Ottocento, l'isteria aveva sintomi abbastanza precisi, come paralisi degli arti, cecità momentanea, svenimenti, perdita della capacità di parlare, a cui seguiva una fase di forte instabilità emotiva, che poteva essere pericolosa per il soggetto.
Rosseau avanzò l'ipotesi che questi sintomi fossero causati dalla mancata soddisfazione di desideri naturali del corpo, e questa idea venne rinforzata dal fatto che le donne affette erano prevalentemente quelle delle classi sociali più elevate. Nell'età industriale, in cui la masturbazione era vista come qualcosa di insano e immorale, l'isteria era così diffusa che le donne si portavano sempre i sali con sé, in accordo con la teoria di Ippocrate secondo cui i sali potevano far tornare l'utero al suo posto.

Un enorme passo avanti è stato compiuto grazie agli studi del neurologo francese Jean-Martin Charcot. Abbandonando ogni pregiudizio, soprattutto quelli che volevano che l'isteria avesse a che fare con forze sovrannaturali, assunse un approccio analitico e sostenne che l'isteria avesse originale nella mente e non nel corpo. Il suo uso della fotografia, soprattutto nel mostrare l'efficacia delle cure, spinse sempre più donne a cercare l'aiuto medico. Potete vedere le foto di Charcot in fondo all'articolo.

Se precedentemente l'isteria era uno degli argomenti utilizzati dagli oppositori del suffragio universale per dimostrare che le donne non sono "affidabili", negli anni '80 del 1900, i movimenti femministi hanno usato il fenomeno dell'isteria (e il fatto che affliggesse prevalentemente, ma non esclusivamente, le donne) per dimostrare la sistematica oppressione della donna. In effetti, la psichiatria moderna non vede la questione troppo diversamente.
A partire dalla terza edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-III, 1980) l'isteria si è scomposta in tre differenti disturbi: disturbo di conversione (aspetto corporeo), disturbi dissociativi (aspetto mentale), disturbo istrionico di personalità (aspetto personale e socio-relazionale).
In particolare, il disturbo di conversione produce sintomi fisici temporanei quali cecità, paralisi degli arti, convulsioni. Questi sintomi sono differenti da quelli provocati da disturbi neurologici, perché possono avvenire senza rispettare i meccanismi anatomo-fisiologici conosciuti.

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Foto: Désiré-Magloire Bourneville et Paul Regnard. Iconographie photographique de la Salpêtrière

Fonti: Wikipedia inglese - TPI
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