L'amore di Gerda Taro e Robert Capa, tra fotografia e lotta ai fascismi
Robert Capa e Gerda Taro hanno cambiato la fotografia di guerra, e hanno contribuito a testimoniare le atrocità dei conflitti causati dai fascisti spagnoli all'inizio della Seconda Guerra Mondiale.
L'amore di Gerda Taro e Robert Capa, tra fotografia e lotta ai fascismi
Robert Capa e Gerda Taro hanno cambiato la fotografia di guerra, e hanno contribuito a testimoniare le atrocità dei conflitti causati dai fascisti spagnoli all'inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Robert Capa e Gerda Taro hanno cambiato la fotografia di guerra, e hanno contribuito a testimoniare le atrocità dei conflitti causati dai fascisti spagnoli all'inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Capa fu, per lungo tempo, il più famoso dei due, e probabilmente il fotografo di guerra più famoso del XX secolo.
"Se le tue foto non sono abbastanza buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino" questa sua frase è risuonata nelle orecchie di tutti gli aspiranti reporter per decenni.
Ecco la storia di Robert Capa e di Gerda Taro, del loro amore e della loro lotta.


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Chi era Gerda Taro



Gerta Pohorylle nacque nel 1910 a Stoccarda (Germania), da genitori borghesi. Fin da molto giovane si avvicinò a organizzazioni comuniste, che si contrapponevano ai nuvoloni neri del nazismo che inizia a imperversare nell'allora Repubblica di Weimar. Ebrea, nel marzo del 1933 venne arrestata e sottoposta a interrogatori, per via dei suoi legami con i circoli di sinistra. Era sospettata di far parte di una congiura bolscevica per rovesciare il regime di Hitler.
Per fortuna, Gerta venne rilasciata, e usò un passaporto falso per fuggire a Parigi, dove venne messa sotto la protezione della rete comunista.
A Parigi Gerta cercò di costruirsi una nuova vita. "Affascinante, brillante, lontana da ogni gabbia, da ogni luogo comune e costrizione, libera di essere una donna mai vittima dei suoi ruoli, totalmente padrona della propria vita e della propria esistenza", la sua vitalità ebbe modo di impressionare tutti.
Si ritrovò con Ruth Cerf, una rifugiata svizzera che aveva conosciuto alla fine degli anni '20, in un breve periodo in cui Gerta aveva vissuto a Lipsia con i suoi genitori. Fu proprio lei a presentare Gerta ad André Friedmann: un incontro che diede una profonda svolta alla storia della fotografia e del giornalismo del XX secolo.

André Friedmann-Robert Capa in Spagna, in una celebre foto scattata da Gerda // PD



Le due identità di André Friedmann



La storia del loro incontro inizia con una fotografia. Era il 1934 e un fotografo ungherese di nome André Friedmann era in esilio a Parigi. Anch'egli ebreo, minacciato dai nazisti e in condizioni finanziarie estremamente instabili, aveva ricevuto un incarico da una compagnia di assicurazioni svizzera: doveva fare le foto per una loro pubblicità. Cercando modelle, André Friedmann si avvicinò a Ruth Cerf in un café, e le chiese un appuntamento per posare per lui. Lei, non fidandosi del tutto del giovane, chiede a Gerta di accompagnarla.
Tra Friedmann e Gerta si instaurò un rapporto intenso: lui insegnò alla ragazza le basi della fotografia, e lei lo aiutò a concentrarsi sulla carriera, dandogli la giusta direzione.
André, infatti, era un'anima tormentata, e cedeva spesso alla tentazione dell'alcol e del gioco. Gerta, per lui, fu una benedizione e fu la fortuna della sua vita.
Insieme, i due cambiarono il proprio nome, e in un certo senso cambiarono sé stessi, reinventandosi con coraggio. Si ribattezzarono Robert Capa e Gerda Taro.
Mentre la carriera di Friedmann si avviava a Parigi, Gerda si unì a lui quando lavorava nel bagno di un hotel improvvisato come camera oscura. Più precisamente, era il Café du Dôme, dove Friedmann e i suoi amici Henri Cartier-Bresson e David Seymour incontravano filosofi, scrittori e artisti, bevendo e sognando tempi migliori.

Leggi anche: I 14 fotografi più famosi e influenti di sempre (e le loro foto)

Gerda Taro, 1937
Gerda Taro, 1937 // PD


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L'amore e il successo da fotoreporter



Dopo il loro primo incontro, André venne mandato in Spagna per fotografare la guerra, per conto di un magazine berlinese. Al suo ritorno, passò l'estate con Gerda e i suoi amici, nel Sud della Francia. Secondo Ruth Cerf, fu allora che sbocciò il loro amore.
Gerda, spirito libero, a suo agio con sé stessa e con la propria sessualità, stregò il fotografo anche grazie alle molte cose che i due avevano in comune. Entrambi esuli, entrambi radicali e profondamente avversi ai regimi che li volevano morti o in campo di concentramento, il loro fu un amore appassionato.
Insieme, nel 1936 andarono in Spagna per testimoniare la resistenza repubblicana ai fascisti di Franco.
La lotta contro il fascismo fu la loro lotta, e la guerra civile spagnola fu il campo di battaglia, anche se i loro colpi furono diversi, meno violenti ma di respiro molto più ampio.
La reputazione di Capa crebbe esponenzialmente, finché non diventò uno dei fotografi più famosi del suo tempo. Lavoravano incuranti del rischio. Gerda correva sul campo di battaglia, fotografando tutto ciò che vedeva. Umanità, impegno politico si univano alla consapevolezza di poter influenzare l'opinione pubblica attraverso le foto.

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La foto più famosa di Robert Capa: "Loyalist Militiaman at the Moment of Death"

Death of Loyalist Militiaman, Cerro Muriano, Spain 5th September 1936 (940 x 620) photo by Robert Capa from r/HistoryPorn




Nel 1937, Gerda tornò in Spagna senza Capa, e trovò la morte dopo essere stata investita da un carro armato.
Il loro mito si è perpetuato negli anni, anche se Robert Capa ha lasciato in ombra la compagna fino a pochi anni fa. Di recente, diverse foto attribuite a Capa si sono scoperte essere in realtà di Gerda.
La storia di Gerda è stata rilanciata dal romanzo "La Ragazza con la Leica", di Helena Janeczek, che ha vinto il premio Strega del 2018.



Fonte principale: The Guardian
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