All'inizio del XX secolo, i movimenti d'arte moderna stavano iniziando a prendere forma in tutto il mondo. In Austria, Gustav Klimt dipingeva ritratti eterei di donne in allegorie surreali, seguendo la scia del simbolismo. L'eredità dell'impressionismo prendeva forma nel post-impressionismo ma anche nell'Impressionismo californiano. E in Francia, un "selvaggio" gruppo di artisti fondò il fauvismo, un genere caratterizzato da un approccio profondamente espressivo alla pittura.
Il fauvismo durò soltanto pochi anni. Il suo impatto sulla storia dell'arte, tuttavia, fu enorme, perché i "fauves" ne proposero l'innovazione con forza. Ecco un'esplorazione del fauvismo dal punto di vista storico, ma anche dell'estetica delle sue opere.
Cos'è il fauvismo
Il fauvismo è un movimento artistico co-fondato dagli artisti francesi Henri Matisse e André Derain. Lo stile dei "les Fauves", o "le belve selvagge", è caratterizzato da una palette carica di colori saturi, da pennellate spesse e forme semplici, spesso quasi astratte. Il movimento fiorì a Parigi, e in altre parti della Francia, dal 1905 al 1910. Non ci fu mai un vero programma: fu più che altro un'esplorazione artistica ispirata dall'impressionismo, spesso discusso in termini negativi ma apprezzato dai fauves per la novità di una luce generata dall'accostamento dei colori puri.
La storia del fauvismo
Negli anni '90 del 1800, alla École des Beaux-Arts di Parigi, l'artista simbolista Gustave Moreau era il professore di Matisse e di altri pittori francesi come Georges Rouault e Albert Marquet. Il suo profondo apprezzamento nei confronti dei colori puri e dell'approccio non convenzionale all'arte ispirò Matisse e i suoi compagni a sperimentare con le proprie palette e le proprie tecniche, e così fecero negli anni che portarono al nuovo secolo.
Gli studenti di Moreau non sarebbero stati gli unici futuri pittori del fauvismo. Altri artisti, come André Derain e Maurice de Vlaminc, si stavano spingendo in un'esplorazione che andava oltre quelli che, al tempo, erano i limiti della pittura. Nello specifico, essi furono ispirati dalle composizioni dei lavori di Paul Cézanne e dai colori esotici di Paul Gauguin.
Nel 1905, questi avanzamenti d'avanguardia ricevettero una nuova spinta grazie al Salon d'Automne (Salone d'Autunno), un'esibizione d'arte indipendente di Parigi. Qui, Matisse, Derain, De Vlaminck e altri artisti esibirono i loro pezzi distintivi, che incontrarono il disprezzo dei critici d'arte, tra cui Louis Vauxcelles, che descrisse gli artisti, appunto, come "les Fauves" (le belve), donando involontariamente al movimento il suo nome. Gli artisti abbracciarono questo termine, adottandolo come loro titolo ufficiale fino alla fine del movimento, nel 1910.
Le caratteristiche del fauvismo
Colori vividi
La principale caratteristica delle opere dei fauves è sicuramente un uso intenso e vivido del colore. L'opera di Matisse Le bonheur de vivre è un esempio perfetto: anceh se la scena è ambientata in un contesto naturale, Matisse superò i toni neutri e scelse uno schema cromatico caleidoscopico. In aggiunta ai colori arancioni, all'erba blu e al cielo di un rosa pallido, anche le figure sono realizzate con un arcobaleno di colori.
Per Matisse, la relazione tra i colori sulla tela era intrinseca al processo di selezione della palette. "C'è una imponente proporzione di tonalità che può indurmi a cambiare la forma di una figura, o a trasformare la mia composizione" scrisse. "Finché non ho raggiunto questa proporzione in tutte le parti della composizione, mi sforzo e continuo a lavorare. C'è un momento, poi, in cui ogni parte ha trovato una relazione definita, e da lì sarebbe impossibile, per me, aggiungere una pennellata al mio dipinto senza poi doverlo ridipingere da capo".
Pennellate "selvagge"
I fauves non si sforzavano di ottenere un risultato realistico. Introdotte dagli Impressionisti e adattate da artisti post-impressionisti come Vincent van Gogh, pennellate spesse e cariche dominavano i loro dipinti. Ciò che davvero li contraddistinse, tuttavia, fu la preparazione della pittura stessa. I fauves, infatti, non attingevano dalla tavolozza, ma spremevano la pittura sulla tela direttamente dai tubi. Invece di mischiare i pigmenti, creavano nuovi colori utilizzando piccole pennellate molto vicine.
Forme semplici
Ispirandosi a Paul Cézanne, i fauves sperimentarono con l'astrazione. Piuttosto che rendere le forme come apparivano nella vita reale, preferivano semplificarle. Così come facevano i pionieri del post-impressionismo, giocavano con la prospettiva e storcevano il piano dell'immagine, creando composizioni che enfatizzavano il colore e le pennellate più che la profondità spaziale.
"Quando uno entra in una galleria dedicata ai loro lavori, alla vista di questi panorami, di queste figure studiate, questi disegni semplici, tutti in colori violenti, uno si prepara a esaminare le loro intenzioni, imparare le loro teorie; si sente completamente nel reame dell'astrazione" scrisse il pittore francese Maurice Denis in riferimento a una esibizione. "Qua si trova, soprattutto nei lavori di Matisse... l'atto puro della pittura".