In Turchia, gli archeologi hanno dissotterrato un castello di 2800 anni fa che si presuppone risalre all'antica civiltà di Uratu, un antico regno che copriva quella che è l'odierna Armenia, nonché un pezzo della Turchia orientale e dell'Iran nord-occidentale.
Gli esperti hanno scoperto le rovine su una montagna nel distretto Gürpınar, nella provincia orientale turca di Van. Il castello si trova ad un'altitudine di oltre 2400 metri. Non è la prima scoperta di questo tipo: altre strutture, risalenti a un periodo compreso tra il IX e il VII secolo a.C., erano state rinvenute nelle vicinanze. "Anche se crediamo che risalga all'era di Uratu" ha detto il capo degli scavi "notiamo che [il castello] era utilizzato soprattutto nel Medioevo".
La scoperta include un'enorme cisterna di oltre 2 metri di diametro e 6 di profondità, nonché artefatti di ceramica e i resti di mura realizzate in roccia calcarea e arenaria. Secondo quanto affermano gli archeologi, il castello costituisce una scoperta importante per comprendere meglio l'enigmatica civiltà di Uratu.
Van ilinin Gürpınar ilçesinde, Van Yüzüncü Yıl Üniversitesi (YYÜ) Edebiyat Fakültesi Arkeoloji Bölümü Başkanı Prof. Dr. Rafet Çavuşoğlu başkanlığında yürütülen kazı çalışmasında Urartular ve birçok farklı medeniyet tarafından kullanılan kale kalıntısı bulundu. pic.twitter.com/Vq8e13XlAz
— HisCulArtTarih, Kültür ve Sanat (@hisculart) June 19, 2021 Uratu si trovava a sud-est del Mar Nero e a sud-ovest del Mar Caspio. Era un'antica civiltà che emerse all'inizio del XIII secolo. Gli urartiani esercitarono molto potere politico in Medio Oriente tra il IX e l'VIII secolo a.C., per poi perdere il controllo della regione dopo molteplici battaglie con l'Impero assiro.
Nel VII secolo a.C. la civiltà scomparve senza lasciare traccia, probabilmente per via dell'invasione degli Sciti o di un altro popolo. Il regno di Uratu venne scoperto soltanto nel XIX secolo, ma il popolo divenne ben presto conosciuto per i suoi impressionanti progetti architettonici, tra cui un canale di irragazione lungo 80 chilometri e dei templi finemente decorati con motivi ricorrenti, come quello del leone.
Dal momento che la civiltà sorgeva in una regione con frequenti terremoti, oggi rimangono poche tracce dei loro edifici. Alcuni scavi condotti presso il castello di Çavuştepe suggeriscono che gli urartiani usassero una particolare tecnica di costruzione che alcuni chiamano "pietre incastrate".
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