Scritto prima di Dracula, questo racconto di vampire narra dell'amore tra due donne
Se vi viene chiesto di pensare alle origini della letteratura sui vampiri nel mondo occidentale, è molto probabile che vi venga in mente Dracula, di Bram Stoker.
Scritto prima di Dracula, questo racconto di vampire narra dell'amore tra due donne
Se vi viene chiesto di pensare alle origini della letteratura sui vampiri nel mondo occidentale, è molto probabile che vi venga in mente Dracula, di Bram Stoker.

Se vi viene chiesto di pensare alle origini della letteratura sui vampiri nel mondo occidentale, è molto probabile che vi venga in mente Dracula, di Bram Stoker. Scritto nel 1897, questo capolavoro ha definito il genere fin da quando venne pubblicato.

Diversi anni prima, però, un'altra storia di vampiri era già stata scritta in Irlanda. Carmilla è una novella di Joseph Sheridan Le Fanu, e c'è chi la considera come la storia di vampiri originale dell'Europa moderna (anche se in realtà si possono trovare alcuni esempi già riconducibili al XVIII secolo).

Scritto nel 1871, il racconto è in prima persona ed è narrato da Laura, una giovane donna inglese che cade preda di una vampira seducente. Laura vive con il padre in un solitario castello nel mezzo di una grande foresta della Stiria. Da piccola, ella aveva avuto uno strano sogno, accompagnato dalla visione di una bella visitatrice nella sua camera da letto.

Anni dopo, in una notte di luna piena, un incidente in carrozza appena fuori dalla proprietà di Laura porta inaspettatamente un'ospite: una giovane della sua stessa età, che è svenuta a causa di un colpo ricevuto durante il deragliamento. La madre, con cui stava viaggiando, afferma di avere faccende urgenti da sbrigare e chiede al padre di Laura di prendersi cura della giovane per un po' di tempo. 

Entrambe le ragazze si riconoscono all'istante: si erano "conosciute" durante quel sogno, avvenuto quando erano giovanissime. All'inizio Laura è spaventata dalla nuova arrivata, che non solo sembra letteralmente uscita da un sogno ma che somiglia anche a uno spettro. Queste sensazioni, però, vengono presto meno, sostituiti da una relazione ardente e sempre più intensa.

Carmilla si china sul letto di Laura
Carmilla si china sul letto di Laura

Nel frattempo, però, nei villaggi vicini si scatena il panico, perché varie fanciulle sono improvvisamente affette da una misteriosa malattia che causa la loro morte. Alla fine Laura stessa si ammala, e ha incubi frequenti di un gigantesco gatto che la aggredisce alla notte.

Il padre di Laura riceve la visita di un generale che ha di recente perso la nipote a causa di questa malattia. Egli ha scoperto dell'esistenza dei vampiri, ed è alla caccia di Millarca (questo è il nome con cui egli conosceva Carmilla). Quando i due si trovano inaspettatamente faccia a faccia, incrociatosi nel castello, c'è una lotta, ma Carmilla fugge. 

Funerale, Laura e Carmilla
"Funerale". Laura e Carmilla

Dopo l'incidente, Laura viene sorvegliata da diverse persone. Il padre, il generale e un cacciatore di vampiri trovano la tomba nascosta di Carmilla e la pugnalano con un palo, la decapitano e ne bruciano i resti. Laura recupera la sua salute, ma rimarrà tormentata dal ricordo di Carmilla per il resto della sua (breve) vita.

L'influenza di Carmilla su Dracula

Molti studiosi sono concordi nell'affermare che Carmilla ha influenzato fortemente Dracula. Molti elementi che erano apparsi in Carmilla ritornano in Dracula, anche se modificati e amplificati. L'estetica della vampira femmina, ad esempio, non è così diversa da quella che troviamo in Dracula. Entrambi hanno occhi grandi, guance rosee, labbra piene e una sensualità quasi irresistibile. Un altro elemento in comune è quello del cacciatore di vampiri, che arriva a "salvare" la situazione e condivide ciò che sa circa l'occulto alle povere, confuse vittime. C'è poi l'alter-ego animalesco, che in Carmilla è un gatto nero e in Dracula un grosso cane. Infine, la cornice narrativa è la stessa: un racconto in prima persona da parte delle vittime.

Ciò che rende Carmilla così particolare non è tanto però l'influsso che ha avuto sul genere, ma ciò per cui da esso si distingue. Primo tra tutto il fatto che la storia gira intorno a due personaggi femminili, tra cui c'è una relazione complicata denotata da un rapporto omosessuale solo un poco velato.

Il racconto è stato scritto nell'età vittoriana, un periodo conosciuto per le sue leggi morali stringenti e la repressione sessuale. Non è una sorpresa che questo tipo di storia sia diventato così prominente. La premessa gira intorno al fatto che anche i più pur di cuore faticano a resistere alla seduzione del soprannaturale. Anche i più puri di cuore ne sono preda. L'idea era particolarmente attraente per le classi sociali più elevante, specialmente per le donne, i cui desideri erano costantemente costretti e repressi.

Il fatto che sia facile essere sedotti, allo stesso tempo, non costituisce tuttavia un'assoluzione. Si tratta comunque di poteri demoniaci e forze malvage. Inoltre, in ogni storia di vampiri (e anche in Carmilla), le donne vittima del maligno vengono sempre uccise, a meno che gli uomini delle loro vite non vengono a salvarle. Purtroppo, dunque, queste storie non fornivano soltanto uno sfogo per i desideri sessuali repressi, ma rappresentavano anche i pericoli che stavano nel soccombere ad essi.

 

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L'attrazione e l'amore tra la vampira e la sua "vittima"

In Carmilla, Laura è la vittima perfetta. Si sente respinta e attratta allo stesso tempo dalla vampira, e desidera sia di soccombere sia di ritirarsi dai suoi sentimenti per la strana e bella creatura. Il fatto che questa sia una donna estremamente affascinante rende tutto ancora più complicato.

 

Lo spavento di Laura alla vista di Carmilla
Lo spavento di Laura alla vista di Carmilla

 

Provai un'eccitazione strana e tumultuosa. Era piacevole, sempre e immediatamente, ma unita a un vago senso di paura e disgusto. [...] Ero consapevole di un amore che cresceva diventando adorazione, e anche di un senso di ripugnanza.

 

Non è solo Laura a provare sentimenti poco comprensibili. Carmilla si innamora delle sue vittime, anche se non di tutte. Sembra che, nel caso di Laura, la vampira provi una passione particolarmente intensa.

 

Con occhi colmi di piacere ella mi trasse a sè, e le sue labbra calde attraversarono le mie guance coi baci; mi sussurrava, quasi singhiozzando, 'Sei mia, sarai mia, tu e io saremo una cosa sola per sempre'

 

Affermando che diventeranno una cosa sola, Carmilla sottintende che Laura deve morire. Bere il suo sangue significava diventare un tutt'uno e rimanerlo per sempre. Carmilla è l'antitesi del mondo vampiresco che venne dopo, da Dracula in poi. Un mondo incentrato sulla figura maschile del vampiro, un mondo eteronormativo. Non sorprende che ai tempi non avesse attirato molto l'attenzione, ma oggi Carmilla è senza dubbio da riprendere e rivalutare.

Non c'è alcun dubbio che il desiderio che Carmilla prova per Laura sia primariamente sessuale. La sessualità femminile viene rappresentata come negativa, ma soltanto il fatto che Le Fanu ne riconosca l'esistenza è notevole se si considerano i ruoli di genere del tempo, che impediva alle donne di dimostrare ogni tipo di desiderio. L'attrazione e la paura di Laura nei confronti di Carmilla si sviluppano in un momento in cui ella è libera dal controllo maschile. Quando è con Carmilla, Laura può esistere in un mondo in cui gli uomini non sono presenti. All'inizio del racconto, quando Carmilla giunge nel castello, Laura si chiede se Carmilla non possa essere un uomo sotto mentite sfoglie. All'inizio questo è l'unico modo in cui ella può comprendere il desiderio di Carmilla, e questo è esplicativo di quanto la sessualità femminile era, al tempo, repressa. Non soltanto Carmilla esprime una certa libertà sessuale, ma anche fisica, dal momento che continua a sfuggire alla cattura da parte degli uomini che intendono distruggerla.

L'autore specifica che la malattia di Laura, alla fine, dipenda dalle sue pulsioni sessuali. Lascia intendere che possa essere "guarita" soltanto quando la fonte della sua malattia, Carmilla, viene distrutta. La malattia è il risultato di quegli incontri, connotati sessualmente, con un'altra donna. Dopo essere uscito dalle norme di genere avendo riconosciuto l'esistenza di una sessualità femminile, Le Fanu ritorna ad allinearsi a queste norme mostrando la pericolosità di questo tipo di desiderio.

Alla fine del racconto, però, Laura non è del tutto curata. Il fatto che continui a ricordare Carmilla indica che ella non desidera più essere inserita in una narrativa esclusivamente maschile, ma che Carmilla le ha donato una sensazione di libertà.

L'ambiguità e l'ambivalenza nella morale del racconto sembra in qualche modo rispecchiare il conflitto che alberga in Laura stessa. Le Fanu ci ricorda che le donne possono essere cattive, e sessuali, tanto quanto gli uomini. Qualcosa che ben pochi altri autori di romanzi di vampiri torneranno a fare. Inoltre, Le Fanu non condanna il rapporto lesbico, nonostante i pregiudizi di quel tempo.

 

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