Gli scienziati stimano che esistano circano 8,7 milioni di specie, sulla Terra. Finora, però, ne abbiamo identificate soltanto 1,6 milioni. Il mondo è letteralmente stracolmo di creature ancora da scoprire, e molte di esse sono particolarmente difficili da trovare in natura. Una specie che è riuscita a sfuggire ai ricercatori per lungo tempo è Brookesia nana, anche detto "camaleonte nano".
Questa piccola creatura è stata scoperta da pochissimo nel nord del Madagascar, e potrebbe essere il rettile più piccolo del mondo. Una spedizione di ricercatori tedeschi e malgasci hanno scoperto due piccoli esemplari di Brookesia nana nel 2012: un maschio e una femmina. La femmina ha un corpo lungo 19 mm, o 29 mm se si include la coda. Il maschio è ancora più piccolo, con misure di appena 13,5 mm o di 22 mm se si include la coda. Il dismorfismo sessuale, ovvero la differenza tra le dimensioni di maschio e femmina, causa un curioso fenomeno: i genitali del maschio, per poter essere compatibili con le dimensioni della femmina, sono spoporzionatamente grandi, arrivando a 2,5 mm di lunghezza.
Questo camaleonte nano batte il record precedentemente detenuto da una specie a lui imparentata, Brookesia tuberculata, di mezzo millimetri circa.

L'erpetologo tedesco Frank Glaw ha fotografato il camaleonte Brookesia nana per mostrare al mondo le sue dimensioni. In una delle foto possiamo vedere un esemplare sulla punta del suo dito. Glaw ha dedicato oltre 30 anni alla ricerca sui rettili del Madagascar, ma Brookesia nana è parecchio speciale. A differenza di molte altre specie a lui imparentata, non può cambiare colore. Inoltre, è più a suo agio sul terreno che sugli alberi.

I ricercatori credono che l'habitat della nuova specie sia davvero ristretto, spaziando su alcuni acri, ed è già minacciato a causa della deforestazione. Questo ci fa capire quanto sia pericolosa la deforestazione: è tragicamente facile distruggere intere specie ancor prima che i ricercatori possano scoprirle e circoscriverne l'habitat. Il camaleonte nano è al sicuro, come ha notato lo scienziato Oliver Hawlitschek, di Amburgo: "l'habitat è stato purtroppo soggetto a deforestazione, ma l'area è stata messa sotto protezione di recente, così la specie sopravviverà".

Se volete scoprire di più riguardo a questa minuscola eppure enorme scoperta, potete leggere la pubblicazione di Glaw et al. su Nature.