Passeggiando per le strade di Jinbōchō non farete altro che assaporare l'odore di libri vecchi, in quello che è l'equivalente nipponico dei quartieri più bohemian di Parigi.
Il quartiere prende il nome da un samurai vissuto nella zona alla fine del XVII secolo. Alla fine del 1800 aprirono nell'area ben tre università: la Meiji, la Chūō e la Nihon. Questo permise a librerie e circoli letterari di prosperare a Jinbōchō, che venne però colpito da un terribile incendio nel 1913. Dopo l'evento, il professore universitario Shigeo Iwanami cercò di rilanciare il quartiere avviando la sua prima casa editrice. In breve tempo diventata una delle più importanti case editrici del Giappone, la Iwanami attrasse a Jinbōchō librerie, caffè letterari e altre case editrici. Già negli anni '20 Jinbōchō era all'altezza dei quartieri letterari parigini, con artisti, scrittori ed intellettuali che percorrevano le sue vie.
Ad oggi Jinbōchō è il cuore letterario di Tokyo, tappezzato da negozietti di libri di seconda mano e molto spesso interessato da fiere del libro di diverso tipo. Oggi è raggiungibile a piedi da ben cinque diverse università. C'è chi dice che Jinbōchō può essere considerato uno dei più grandi mercati di libri al mondo.
Sui muri delle fermate delle metropolitane appaiono poster di immagini di libri e i caffè sono pieni di gente che legge.
I negozietti vendono, tra le altre cose, collezioni di giornali antichi, anche in inglese.






